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Gianluca Umiliacchi: portare alta la bandiera delle fanzine

Creato il 30 marzo 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
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Gian­luca Umi­liac­chi nella Fanzinoteca

In pri­mis direi di affron­tare rapi­da­mente il con­cetto di fan­zine. Puoi indi­carci le ori­gini in Ita­lia e quali sono stati i primi generi?
Pre­metto che le ricer­che e gli studi rela­tivi all’ambito non sono state effet­tuate, per forza mag­giore, in modo esau­stivo e appro­fon­dito; fino ad ora si è sem­pre ope­rato a livello di volon­ta­riato. Quindi, al momento posso affer­mare che la sto­ria dell’editoria fan­zi­nara ita­liana è ancora in fase di rea­liz­za­zione. Però alcuni punti fon­da­men­tali di que­sta sto­ria sono già pre­senti ed esi­stono valide basi per muo­versi in tal pro­po­sito. Negli anni ’50 in Ita­lia com­pare il ter­mine, con rela­tivo con­cetto, di “fan­zine” impor­tato dall’estero, forse attra­verso le pub­bli­ca­zioni degli alleati arri­vati qual­che anno prima. In Ame­rica la sto­ria fan­zi­nara prende avvio alla fine degli anni ’20, men­tre in Ita­lia si può con­si­de­rare che il note­vole ritardo alla loro nascita sia impu­ta­bile ai divieti della dit­ta­tura del periodo, il Min­Cul­Pop, l’autarchia, ecc. I primi temi affron­tati, ovvero ambiti della pas­sione di que­sti pio­nieri fan­zi­nari, sono la let­te­ra­tura e la fantascienza.

È esi­stito in Ita­lia un periodo “d’oro” della fan­zine? Soprat­tutto di che argo­mento trat­ta­vano durante que­sto boom?

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Per l’impostazione di ricerca/studio che seguo, sono pro­penso ad evi­den­ziare “gene­ra­zioni” piut­to­sto che periodi. Dalle ricer­che effet­tuate si può dire che ogni gene­ra­zione ha avuto e dato, in modo diverso, il meglio di se… Il ter­mine “periodi d’oro” calza a tutte le gene­ra­zioni fan­zi­nare che si sono sus­se­guite, in ognuna di esse vi sono stati pro­dotti e pro­po­ste note­voli e valide.
Sono stati sem­pre pro­po­sti tutti gli argo­menti esi­stenti nei deter­mi­nati periodi gene­ra­zio­nali, le uni­che modi­fi­che erano rela­tive ai cam­bia­menti sociali e di costume.

Rac­con­taci della tua pas­sione per l’argomento e di come ti è venuta l’idea di ini­ziare a rac­co­glierne fino a pen­sare di crearne una biblio­teca.
Io son stato e ancora sono un fan­zi­naro, appas­sio­nato dell’ambito fumet­ti­stico (la mia col­le­zione era di circa 7.000 pezzi). Negli anno ’80 ho ini­ziato a rea­liz­zare le mie testate fan­zi­nare ed è stata pro­prio gra­zie a que­sta voglia di fare, di comu­ni­care e di cer­care un con­fronto con altri che gra­dual­mente è nato in me il desi­de­rio di cono­scere meglio que­sto mondo edi­to­riale. Ho ten­tato di rin­trac­ciare pub­bli­ca­zioni e testi che fos­sero in grado di dare rispo­ste alle mie domande ma ho dovuto pren­dere nota che in cir­co­la­zione non vi era nulla di utile allo scopo; per­tanto mi sono detto che se non vi erano testi rela­tivi a que­sto, avrei potuto scri­verli io, così è ini­ziato tutto. Lo spunto prin­ci­pale che, in seguito, ha dato corpo all’Archi­vio Nazio­nale Fan­zine Ita­liane è stato il lavoro per il primo, e ancora unico, Cata­logo delle fan­zine ita­liane (ed. Stampa Alter­na­tiva, Roma, 1998), gra­zie al quale mi furono inviate una miriade di testate, col­le­zioni intere e anche fan­zine chiuse da anni… tutte que­ste, con il mate­riale già in pos­sesso e con ulte­riori pezzi, dell’amico Michele Mor­dente, die­dero ini­zio a que­sto per­corso. Nel ’99 l’Archivio, nel 2005 l’associazione Fan­zine Ita­liane, nel 2010 la Fan­zi­no­teca… un’azione con­ti­nua e lineare, al punto di arri­vare, con i tempi neces­sari, alla costi­tu­zione di una strut­tura ancora man­cante nel nostro Paese.

Gianluca Umiliacchi: portare alta la bandiera delle fanzine> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="271" width="212" alt="Gianluca Umiliacchi: portare alta la bandiera delle fanzine >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-medium wp-image-28088" />Pensi che oltre alla fan­zi­no­teca fisica un domani sarà pos­si­bile averne una vir­tuale con­sul­ta­bile via inter­net?
La Fan­zi­no­teca vir­tuale già esi­ste da anni, una vetrina che perio­di­ca­mente aggior­nata pro­pone agli inte­res­sati tutte le ultime uscite della pro­du­zione edi­to­ria fan­zi­nara ita­liana, ed è pro­prio gra­zie ad essa nel 2009 ho par­te­ci­pato in veste di por­ta­voce ita­liano al “Primo incon­tro inter­na­zio­nale della Fan­zi­no­te­che mon­diali” tenu­tosi in Fran­cia. Men­tre per con­sul­tare, quindi sfo­gliare le varie testate, una sezione del sito è dedi­cata a que­sto ser­vi­zio e dal quale si può gra­tui­ta­mente sca­ri­care le fan­zine in pdf. Altra cosa è un discorso più mirato, ren­dere digi­ta­liz­zato e frui­bile l’Archivio è uno degli scopi con la quale abbiamo ini­ziato il per­corso della Fan­zi­no­teca, tale pro­getto sarà fat­ti­bile solo nel momento che si potranno avere il tempo e le ener­gie neces­sa­rie per poterlo met­tere in atto.

Quale valore e mes­sag­gio ti fa pia­cere rin­trac­ciare nel “movi­mento” fan­zi­naro?
Se me lo per­metti, non trovo valido il ter­mine “movi­mento”, penso che sia un po’ come cer­care di defi­nire diver­sa­mente una con­creta e reale realtà ben defi­nita, suona come “movi­mento libraio”, oppure “movi­mento edi­co­lante” che per­so­nal­mente trovo sto­nato come tanti altri ter­mini che i lau­reandi cer­cano di affib­biare solo per­ché letto in un sito e sen­tito in una can­zone. Per tor­nare alla tua domanda, il valore e mes­sag­gio che mi fa pia­cere rin­trac­ciare nella pro­du­zione dell’editoria fan­zi­nara ita­liana si ricol­lega agli inizi di que­sto per­corso, quando usavo uno slo­gan “Fan­zine come ban­diera, fan­zine come con­cetto sociale”; oggi a distanza di oltre 20 anni, direi che è ancora più che valido. Una ban­diera intesa come iden­ti­fi­ca­zione sim­bo­lica da sven­to­lare, sem­pre e comun­que, come fanno all’estero, con­cetto sociale inteso come com­pren­dere la società e viverla atti­va­mente. Valori che, nel corso degli anni, ho avuto modo di appro­fon­dire nei loro vari aspetti, il mes­sag­gio che ogni fan­zi­naro grida alla società è forte e chiaro, “io sono qui!”.

Par­liamo di fumetto. Da quel che hai riscon­trato, quali sono state le prime fan­zine in Ita­lia? Anche qui, il periodo “d’oro” quanto è durato?

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Per il fumetto, come per gli altri ambiti, i dati si rifanno ai testi che si son scritti fino ad ora; così si sco­pre che la prima fan­zine di fan­ta­scienza Futu­ria non fu vera­mente la prima, come che la testata della prima, per i dati attuali, fan­zine di fumetto non è Comics Club 104 ma, bensì, Comics rea­liz­zata dal Comics Club 104. Senza ombra di dub­bio Alfredo Castelli, con tan­tis­simi altri nomi oggi illu­stri, è stato un pio­niere di que­sta edi­to­ria, anche se negli anni pre­ce­denti alla nascita della testata fan­zi­nara fumet­ti­stica, tante altre fan­zine ave­vano al loro interno uno spa­zio rela­tivo al fumetto.
In quanto al periodo d’oro, direi che dura tutt’ora; se si pensa che negli anni ’60 le testate fan­zi­nare dedi­cate al fumetto erano meno delle dita di una mano, non mi pare di poterlo con­si­de­rare un buon periodo, men­tre col tempo gra­dual­mente si sono ampliate ed evo­lute. Oggi l’editoria fan­zi­nara fumet­ti­stica pro­pone una note­vole quan­tità di testate… senza alcun dub­bio è un buon periodo.

Rie­sci a darci qual­che numero (numeri editi, copie distri­buite)?
Un ten­ta­tivo del genere è stato attuato alcuni anni fa attra­verso i cal­coli del mate­riale rice­vuto dall’Archivio; si trat­tava, comun­que, di una sta­ti­stica troppo limi­tata, se si con­si­dera che al momento attuale la pro­du­zione può essere divisa in testate di quar­tiere, testate cit­ta­dine, testate pro­vin­ciali, testate regio­nali, testate nazio­nali e testate inter­na­zio­nali, tutto con­trad­di­stinte da una diversa pro­du­zione di pezzi. A ogni buon modo, a que­sta domanda sono sem­pre pro­penso ad affer­mare che, seb­bene sia impos­si­bile dimo­strarlo, un migliaio di testate (rela­tive a tutti i generi), sono una cifra accet­ta­bile, con­si­de­rando che in que­sto momento non poche stanno chiu­dendo e altre tante, in diversi luo­ghi stanno aprendo.

Gianluca Umiliacchi: portare alta la bandiera delle fanzine> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="210" alt="Gianluca Umiliacchi: portare alta la bandiera delle fanzine >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-medium wp-image-28085" />Ovvia­mente il feno­meno fan­zine (almeno per quel che riguarda l’argomento fumetto) è andato sce­mando fino quasi a scom­pa­rire. Che numeri indi­che­re­sti per descri­vere quel che resta oggi?
Un’editoria vera e pro­pria non è ricon­du­ci­bile al ter­mine feno­meno, un po’ come voler defi­nire la rete il “feno­meno inter­net”. In que­sto caso, se si desi­dera osser­vare la pro­du­zione dell’editoria fan­zi­nara fumet­ti­stica ita­liana, l’attuale gene­ra­zione vede pro­dotte tan­tis­sime testate, più o meno come nelle pre­ce­denti gene­ra­zioni, dimo­strando che non c’è stato asso­lu­ta­mente nes­sun dra­stico calo; anzi, con l’aiuto delle tec­no­lo­gie, pro­prio negli ultimi anni la cre­scita espo­nen­ziale è aumen­tata, la sem­pli­fi­ca­zione di fare e pro­porsi spinge molti a get­tarsi nell’editoria fan­zi­nara, anche se non sem­pre que­sto agire è del tutto posi­tivo. Per tor­nare ai numeri, e ricol­le­gan­domi alla rispo­sta pre­ce­dente, nulla di asso­dato: sono per­so­nal­mente dell’opinione che un cen­ti­naio di fan­zine fumet­ti­sti­che siano attual­mente realizzate.

Quali sono i motivi della fine delle fan­zine dedi­cate ai fumetti e, se esi­ste, un motivo valido per­ché siano ancora in vita…
Que­sta è una domanda a cui è dif­fi­cile rispon­dere, con­si­de­rando che la fine delle fan­zine dedi­cate ai fumetti non vi è mai stata. L’editoria fan­zi­nara ha un suo per­corso, par­tito negli anni ’50, che di anno in anno ha visto il mutare di “gene­ra­zioni” sia a livello di età, sia a livello di con­te­nuti, sia a livello di pro­dotto e pro­du­zione. Dall’inizio ad oggi non vi è mai stato un momento di assenza, nep­pure minimo, da poter far pre­sa­gire una fine di tale pro­du­zione. La Fan­zi­no­teca opera anche per que­sto motivo, ren­dere noti i vari numeri e testate che si sono rea­liz­zate. Il motivo valido che le spinge que­sta edi­to­ria ad essere ancora attiva e dina­mica, ad oltre 60 anni di nascita, è legato allo stesso motivo che spinse il primo fan­zi­naro ita­liano a rea­liz­zare la sua fan­zine di fumetto. Si pos­sono, in seguito, enu­me­rare anche i vari sti­moli sociali, cul­tu­rali, tec­no­lo­gici, eco­no­mici, ecc. che di gene­ra­zione in gene­ra­zione hanno gene­rato, in un modo o nell’altro, l’incentivo per mutare i con­te­nuti e il con­te­ni­tore.
La fan­zine dedi­cata ai fumetti era, a cavallo degli anni ’90, l’unico stru­mento non pro­fes­sio­nale per un autore di fumetti per pro­muo­vere i pro­pri lavori; oggi chia­ra­mente que­sto è stato sop­pian­tato dal con­tatto diretto (molto facile) con gli edi­tori e con la pos­si­bi­lità di pro­mo­zio­nare i pro­pri lavori su internet…

Gianluca Umiliacchi: portare alta la bandiera delle fanzine> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="201" alt="Gianluca Umiliacchi: portare alta la bandiera delle fanzine >> LoSpazioBianco" class="alignright size-medium wp-image-28087" />Sì, e se me lo per­metti aggiun­ge­rei anche con l’auto­pro­du­zione di pro­prie testate, cosa che nulla ha che vedere con l’autoproduzione di fan­zine. Ma per tor­nare ai discorsi pre­ce­denti, ancora oggi ci sono molte testate che per­met­tono agli appas­sio­nati di avere una “pale­stra” e, per­ché no?, un tram­po­lino di lan­cio come è suc­cesso a tanti altri ex-fanzinari oggi pro­fes­sio­ni­sti del set­tore.
É vero che le sem­pli­fi­ca­zioni tec­no­lo­gi­che hanno per­messo a chiun­que di get­tarsi nella mischia; solo pochi anni fa in Ita­lia la stri­scia fumet­ti­stica, eccetto raris­simi casi, non van­tava alcuna atten­zione, men­tre al momento con l’uso di pro­grammi ade­guati e del sup­porto in rete ha preso piede con­si­de­re­vol­mente, vi sono tan­tis­simi gio­vani autori che si cimen­tano nella rea­liz­za­zione di stri­sce ad uso del pro­prio spa­zio inter­net. Comun­que, le fan­zine per­si­stono e si pos­sono tro­vare ancora validi autori che, chissà, potranno essere i fumet­ti­sti di domani.

Sei in grado di met­tere giù una lista anche som­ma­ria di col­la­bo­ra­tori della fan­zine ita­liane degli anni ’90 che lavo­rano nel campo dei fumetti a livello pro­fes­sio­ni­stico (edi­to­riale)?
Una lista? Ini­ziamo ora e fini­remo… mai! Ogni giorno si sco­pre un ex-fanzinaro e, cosa peg­giore, alcuni di loro non com­pren­dendo la grande pos­si­bi­lità che hanno avuto e l’utilità che ne hanno tratto: si ver­go­gnano ad affer­mare di esserlo stati. Comun­que, se pensi possa ser­vire, diciamo che per fare una lista abba­stanza valida biso­gne­rebbe atti­vare una, sep­pur minima, ricerca… que­sto anche per­ché alcuni nomi­na­tivi sono legati alla pro­du­zione fan­zi­nara degli anni ’80; ser­vi­rebbe un po’ di tempo per defi­nirli e posi­zio­narli perio­di­ca­mente… Me posso citare una decina e forse più ma sono sola­mente quelli che ho cono­sciuto di persona.

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