In paese tutti o quasi devono qualcosa a Gianni Mangiapane, detto Gianni Anatocismo per il suo vizio di chiedere gli interessi sugli interessi. Prima di raccontarvi la sua storia, vi raccomando di non confonderlo con Gianni Anafora, l’accorato poeta del paese, o con Gianni Anal, lo spregiudicato regista amatoriale del paese.
Come sapete, per procurarsi una buona posizione come usuraio
mestiere sempre più difficile, quello dell’usuraio, non tanto per un calo della domanda, ma per un aumento esponenziale dell’offerta, cosa che ha spinto le associazioni di categoria (AssoUsura, FederStrozzo e UnionCravatte) a chiedere all’ordine di limitare l’accesso alla professione con esami di Stato più severi e selettivi
serve un consistente capitale iniziale. Il piccolo Gianni, nonostante avesse iniziato ad accumulare monete e banconote fin dai tempi della placenta, veniva da una famiglia piccolo borghese che non poteva garantirgli grosse eredità.
La prima significativa spinta la ebbe iscrivendosi al Partito Usucapista, mossa che, nella bassa Daunia negli anni 80, pagava in termini di quote nel traffico di capre sieropositive e pomodori usati.
Dopo una breve incursione nel caporalato e nella tratta degli albanesi, un altro balzo in avanti Anatocismo lo fece speculando sulla crisi della Lira. Mentre la nostra moneta usciva dallo Sme, Gianni usciva spesso dal paese in spider, spingendosi fino a Cerignola, nota al grande pubblico per i suoi Café Chantant.
Ma se Gianni Anatocismo è diventato il Gianni Anatocismo che tutti conosciamo, lo dobbiamo solo alla sua iscrizione, datata 28 gennaio 1994, al neonato Polo delle Liceità (poi Casa delle Liceità e quindi Popolo delle Liceità).
Portando altri 20 amici a iscriversi, il partito gli diede subito in dotazione una suite al Carlton di Foggia, due puttane e un terreno edificabile in una zona paludosa, che lui convertì subito in un polo di uffici strutturato in grattacieli, ispirato alla Defense di Parigi. Era un complesso tarato per ospitare ministeri di una Nazione di minimo 80 milioni di abitanti. Non pochi lo trovarono esagerato per Lucera.