Presentazione del volume
Venerdì 14 maggio 2010
Ore 18.00
Sala Montanari, ex Cinema Rivoli
Varese
Il volume
Curato da Chiara Zangarini, Pietro Macchione e Ambrogio Vaghi, ha il merito di raccogliere per la prima volta, interamente e in modo organico, tutte le opere giovanili di Gianni Rodari (Omegna, 1920 – Roma, 1980): ventitrè racconti, alcune poesie e numerosi articoli giornalistici. Il lavoro rappresenta un ambito traguardo. Ma non solo: la novità più significativa consiste nel contributo dell’analisi letteraria, grazie alla quale si mette in evidenza il fatto che alla base della produzione matura di Rodari, si trovano proprio le esperienze, le idee e gli scritti realizzati nei vent’anni anni trascorsi tra Varese e Gavirate.
Il ricco volume comprende anche una testimonianza e un’accurata biografia dell’autore e ne ripercorre la formazione culturale e ideale.
La struttura
Apre l’opera una biografia curata da Pietro Macchione. Il punto di partenza è un testo scritto dallo stesso Rodari nel 1947, che, integrato con riferimenti tratti da altre opere, ricordi di amici e testimoni, documenti originali, costituisce la base per la ricostruzione degli importanti anni della sua formazione letteraria.
Segue il ricordo, affettuoso, di Ambrogio Vaghi, collega di Rodari al giornale “L’Ordine Nuovo di Varese”, grazie al quale si approfondisce la conoscenza della figura umana di Rodari, mettendo in luce quegli aspetti più stimolanti o aneddotici che solo una frequentazione quotidiana può mettere in evidenza.
Il volume prosegue, poi, con la pubblicazione dei dieci racconti apparsi su “L’Azione giovanile” nel 1936, prime significative prove dello scrittore, introdotti dall’analisi critica di Chiara Zangarini, che ricostruisce il contesto socio-culturale e storico di quegli anni, interpretando i vari racconti, alla luce di vicende e frequentazioni dello scrittore.
La parte successiva riguarda il famoso “Quaderno di fantastica” inedito: appunti scritti nel 1943, che testimoniano l’approccio al surrealismo e costituiranno le basi per la fortunata “Grammatica della fantasia”, oltre che l’ispirazione per successive prove letterarie. Inoltre, il volume contiene anche la prima versione della celebre favola “La pianta delle pantofole”. Anche questa parte è preceduta da un saggio introduttivo a cura di Ambrogio Vaghi e Chiara Zangarini.
Seguono alcune poesie, in dialetto gaviratese, composte tra il ’43 e il ’45.
Un ulteriore saggio introduce la genesi e la comprensione dei racconti pubblicati nel 1946-47, ispirati alle poetiche dei surrealisti. Questi, in particolare, non sono destinati all’infanzia: una scelta letteraria solo successiva, ma le cui radici sono evidenti in questi racconti e nel “Quaderno di fantastica”.
Di seguito vengono raccolti gli articoli giornalistici, di varia ispirazione che Rodari scrisse prevalentemente su “L’Ordine Nuovo” tra il 1945 e il 1947. Tra questi, i “Dialoghetti di Peder e Paul” e i “Discorsi del cavalier Bianchi”.
Infine è pubblicata integralmente la traduzione ad opera di Rodari della tragedia di Brecht “La linea politica”.