Storie che arrivavano al bambino curioso dagli antichi greci venuti tanti secoli prima.. Che a quella terra avevano dato civiltà e passioni, rimaste come un incancellabile sigillo nello scorrere del tempo… Quando Gianni andava a giocare con gli amici non andava in un posto qualunque… Da quelle parti, a saperlo vedere, il quotidiano era eccezionale… C’erano delle antiche terme romane abbandonate dove giocavano a pallone e in terra su un vecchio mosaico aveva ritrovato intatta la testa della Gorgone… Medusa dallo sguardo che pietrifica e i capelli di serpenti aggrovigliati, non uscirà più dal suo mondo di incantesimi… e diventerà per sempre il suo marchio… “Se la guardi non ti puoi più staccare da lei – dirà – Medusa è la seduzione.” Gianni a scuola era un ragazzino svogliato… amava solo leggere i libri di avventura che per lui erano l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide e fantasticava sulle armature lucenti e sulle fastose Regge Micenee dalle grandi megaroi pieni di affreschi… Se le ricorderà quando progetterà le sue case di gran lusso…. Quando era a casa Gianni si divertiva a guardare sua madre lavorare in mezzo a una meraviglia di stoffe colorate che le turbinavano attorno… Faceva la sarta e… Gianni cominciò presto ad aiutarla… Ma per la passione dei vestiti si giocò il liceo classico… Li disegnava a scuola e un insegnante notò che erano indecorosi… Avevano qualcosa di erotico… Non era nella mentalità meridionale di 50 anni fa assecondare le inclinazioni troppo al femminile dei ragazzi e lo così mandarono a prendere il diploma di geometra… forse pensavano che in mezzo alla calce e alla polvere dei cantieri edili, si sarebbe rafforzato il suo carattere… Inutile dire che Gianni a quel diploma non ci arrivò mai e tornò a casa a lavorare con sua madre.
Quando andò via il mestiere lo conosceva bene ed era inutile rimanere al Sud… Milano stava diventando la capitale della moda e il fascino del “Pret a Porter.” Lavora per anni in case prestigiose come Jenny, Callaghan e Complice e quando è sicuro di sé è il 1978…La moda punta sul militare, ma nei cappotti stile uniforme lui stringe la vita all’impossibile e per la sera propone sahariane in georgette con le bandoliere tempestate di strass.. Ha iniziato subito il gioco dei rimandi maschile- femminile che saranno una sua etichetta… Nel 1980 ha ormai la sua impronta…e lancia l’”Optical” , ma il suo è tutto particolare…” “Vogue Italia” scriverà ” Pur nel taglio geometrico e nei grafismi,presenta un’affinità con tuniche e pepli e proprio per questo rappresenta un passo avanti rispetto al rigore inteso come espressione rigida… Il non aver spezzato il filo ideale che lo lega al Neoclassico e alla Magna Grecia… è la forza di questo designer” Il presente a Gianni Versace non può bastare se deve costruire il suo futuro … E’ già iniziata la ricerca nel suo passato e sta nascendo il “Postmoderno”… Più che uno stile un sentimento… In cui il suo passato o i suoi passati se li re-inventa, li mescola e li confronta … Un ‘altro dei saccheggi, Versace lo farà nell’opulento barocco, quando comincerà a fare vestiti per il teatro o affronterà il mondo dell’abitare…
I fratelli lo seguono a Milano e Donatella sarà prima ombra, poi musa, poi il suo braccio destro. Una complicità assoluta, un modo di pensare ed essere così simili che finiranno anni dopo per innamorarsi dello stesso uomo, Paul Beck, che però sposerà Donatella.
Essere gay a Milano era facile…Il problema di Versace per molto tempo sarà suo padre che non andava mai a Milano… Lui si dannava per il rifiuto del padre e gli dispiaceva per la sua vergogna… Quello era stato uno dei motivi per cui aveva lasciato Reggio Calabria…. Un ‘estate è a casa del padre che sparisce quasi tutta la giornata… Lo cominciano a cercare affannosamente… e lo ritroveranno nel pomeriggio, al cimitero, vicino alla tomba della madre. “E’ un bellissimo posto il nostro cimitero – dirà Gianni – C’è sempre un po’ di vento e fra gli alberi ci arriva il profumo della zagara…Ma lui era lì come perso, abbandonato, invecchiato di cento anni”. Fu un momento di ricordo, di dolore comune “Ci abbracciammo… Avevo ritrovato mio padre…Lo sentivo stretto a me per la prima volta”
E’ il 1997… Da qualche anno Gianni Versace è sereno… Ormai il male del 1993 è solo un brutto ricordo… e vive felice il suo rapporto con Antonio D’Amico, un bel ragazzo bruno… Si erano conosciuti a un balletto alla Scala … Sono ormai 8 anni che stanno assieme e ora vivono in quella favolosa villa di Miami… Solo pochi minuti… Antonio è in casa a fare colazione… Gianni esce a prendere il giornale, un pazzo un esaltato è li fuori … Spara e uccide Gianni Versace… Nessuno ha mai saputo spiegare il perché…
Saranno Donatella e Santo a portare avanti il mito di Gianni… All’inizio ci sono solo fatica, dubbio, difficoltà, ma alla fine il Marchio Versace brilla di nuovo sicuro nel pianeta dell’alta moda e ogni volta che Donatella prepara una collezione, Gianni è lì a consigliarla di mettere un colore in più e una Medusa bella, grande e dorata là dove nessuno se lo immagina… persino sulla cintura dell’ ultimo personaggio di Donatella… un centurione romano…
A Gianni Versace, un piatto di Calabria… E non poteva essere altrimenti…
SCHIAFFETTONI
INGREDIENTI per 4 persone: maccheroni grossi 300 grammi, carne di maiale tritata 300 grammi, salsiccia 150 grammi, salame tritato 100 grammi, uova sode 2, pecorino grattugiato 100 grammi, sale e pepe a piacere, olio extra vergine di oliva.
PREPARAZIONE: Mettete la salsiccia bucata in più punti con una forchetta, nell’acqua bollente e lasciatela a perdere il suo grasso per almeno 5 minuti. Poi sciacquatela sotto acqua corrente calda, spellatela, sbriciolatela e mettetela a insaporire in un tegame con 4 cucchiai di olio, senza farla però rosolare. Poi aggiungete la carne di maiale e il salame, rimescolando spesso e aggiungendo un po’ di acqua cald ogni tanto:Regolate alla fine di sale e pepe.
Mentre la carne di cuoce ,mettete a lessare la pasta in una pentola con acqua calda, aggiustatela di sale e scolatela molto al dente.
Scolate la carne dal sugo del tegame e amalgamatela con le uova tagliate a tocchetti,poi riempiteci i cannelloni che adagerete su una teglia da forno affiancati. Ricopriteli del sugo della carne e del pecorino e metteteli in forno caldo a 230 gradi per 20 minuti. Se durante la cottura la superficie tendesse a bruciarsi ricoprite la teglia con carta di alluminio che toglierepte negli ultimi minuti di cottura in modo da consentire il formarsi di una crosta dorata.
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