La grande e potente espressione della fede religiosa medioevale in Arezzo, la troviamo nella Pieve di S.Maria in gradi. Bruna, severa, appare sul fianco d'una stretta via a mezza costa del colle, su cui s'inerpica la città, come cupa visione di penitenza e di forza.
In origine essa ebbe in comune con molte pievi della Toscana gli elementi dell'architettura romanico-lombarda, poi i molti restauri subiti le hanno dato un'impronta singolarissima.
Quanto rimane della sua prima costruzione, appartiene ai primi secoli del secolo XI, alla seconda epoca dell'architettura romanica, quando la cupa severità misteriosa delle prime chiese romaniche fu mitigata col dar maggior altezza all'arco, aprendo i sodi con finestre bifore, dalle quali la luce e l'aria penetrarono ancora a dar vita e colore alle cose. [...]
Il grigio colore della sua pietra, la parca luce che dalle bifore finestre, correnti nel muro della navata maggiore, penetra e si diffonde tranquilla per le arcate severe, la sua nudità, le danno il linguaggio mistico del cenobio. L'animo prova un senso di pace rassegnata e l'occhio si riposa tra quelle linee severe, dimenticando la contrazione della volta e del sesto forzato, purchè... purchè non si posi sui vetri dai sgarbati e discordanti colori, dai bizzarri intrecci froebeliani, che, ahimè, senza " spirto di pietade alcuno " decorano oggi le severe finestrelle del Duecento! [...]
( Giannina Franciosi, brano tratto da "Arezzo" - Istituto Italiano d'Arti Grafiche, 1909 )
Categories Tags