Giannino si è dimesso. Ha sbagliato, si è scusato e si è dimesso in maniera irrevocabile.
Il discorso che, nelle ultime ore, molti hanno fatto (compreso il sottoscritto) è stato “negli USA Giannino si dimetterebbe, Berlusconi in USA durerebbe meno di un gatto sull’Aurelia.”
Oggi però il leader di Fare ha voluto scrivere una pagina di Storia nella politica degli ultimi 20 anni. E ha fatto qualcosa che gli sciacalli/iene/buffoni di questi giorni non si sono mai sognati di fare. Ha riconosciuto di avere sbagliato e si è dimesso in maniera irrevocabile.
Lo ha fatto per non danneggiare il movimento, lo ha fatto perché è un uomo, a differenza dei quaquaraquà ridicoli che infestano le aule del parlamento e delle redazioni di cagnolini ammaestrati pagati con i soldi pubblici; lo ha fatto perché il valore delle cose che ha fatto e ha detto rimane e continua ad animarci.
Lo ringrazio personalmente per quello che ha fatto in questi mesi, lo ringrazio per quello che ha fatto ora, lo ringrazio per avermi dato la speranza di poter rimanere in Italia dopo la laurea.
Silvia Enrico, cofondatrice del movimento, guiderà Fare fino al Congresso Costituente.
E adesso dico una cosa agli amici conosciuti in questi mesi, che portano ancora la spilla con orgoglio e che in questi due giorni hanno avuto un groppo alla gola, nausea, lacrime di rabbia.
Gli aderenti di Fare si stanno riunendo, stanno commentando la notizia e stanno ritrovando la forza che hanno avuto in questi mesi difficili. Abbiamo di nuovo la possibilità di tenere la testa alta, molto al di sopra degli avversari che, poveretti, non hanno leader responsabili.
Non perdiamo l’occasione di massacrare gli omuncoli che costituiscono il fronte avverso. Domani, anzi, stasera, no, adesso (!) torniamo a Fare campagna più convinti di prima. Non possono attaccarci più su nulla, noi possiamo attaccarli su qualsiasi cosa. Non hanno un programma, non hanno candidati presentabili, sono greggi di votanti ben addestrati comandati da leader di dubbia integrità.
Per dirla con le parola di Michele Boldrin:
Il progetto originale di Fermare il Declino ha sia muscoli, che gambe, che fiato per scalare la montagna. Quindi andra’ avanti anche dopo queste elezioni. Che ora bisogna vincere.
Vittorio Nigrelli