Si svolgerà Venerdì 22 Agosto alle 20.30 in Via Liri, nel litorale di Quartu a Costa degli Angeli, il convegno sulle statue di Monte Prama.
La conferenza settimanale organizzata dall'Associazione ACSRD, in collaborazione con l'Istituto Sardo Universitario, è dedicata ai “giganti di pietra”, ritrovati nei pressi di Cabras e recentemente restaurati al centro di Li Punti. Saranno illustrati la storia e i risultati dell’importante ritrovamento archeologico di Mont’e Prama. Parlerà dell’argomento Pierluigi Montalbano.
Il relatore, con l'ausilio di immagini proiettate, evidenzierà il concetto che la scoperta cambia la storia della Sardegna e del Mediterraneo Occidentale. Il prezioso tesoro venuto alla luce nel Sinis, a quasi 40 anni dal ritrovamento, ha finalmente trovato una adeguata e definitiva collocazione museale a Cagliari e Cabras, pur suscitando alcune perplessità per la separazione in quanto alcuni studiosi avrebbero preferito un'esposizione unica di tutto il corpus scultoreo.
Il rinvenimento risale a marzo del 1974, nella località di Mont’e Prama, da un contadino che durante l’aratura del suo terreno, toccò con la lama dell’aratro la testa a grandezza reale di una statua. Chiese aiuto alle autorità che fecero intervenire due illustri archeologi sardi dell’epoca, Giovanni Lilliu e Enrico Atzeni, che diedero il via a una delle più importanti ed enigmatiche scoperte archeologiche sarde. Le statue furono ritrovate all’interno di un’area sacra sopra delle basi che delimitavano alcune tombe. Erano presenti anche alcuni nuraghi miniaturizzati e diversi betili. Anni dopo, lo stesso Lilliu, raccontò che al momento della scoperta il sole limpido e caldo che caratterizzava la giornata, fu improvvisamente oscurato da una tempesta tremenda che si era abbattuta mentre si portavano alla luce le statue, quasi che gli antichi eroi si fossero risvegliati insieme alle statue, una sensazione impossibile da descrivere ricordava con paura l’archeologo.
Gli scavi, diedero alla luce trenta gigantesche statue di guerrieri in pietra locale, alte oltre due metri, risalenti a 2800 anni fa. Riportano fattezze anomale, con occhi realizzati con due cerchi concentrici e con la bocca appena accennata, formata da una semplice fessura. Hanno una pettinatura a trecce e vestono abiti che riportano ad ambito siriano, ma ciò che li rende unici, sono le grandi dimensioni, un unicum in tutto l’Occidente. Sono realizzate in pietra arenaria delle cave oristanesi e sono in posizione eretta, con braccia piegate a tenere scudi o armi.Ingresso libero.
Nelle immagini:
sopra, le statue al centro di restauro di Li Puntisotto, rappresentazione di un guerriero (autore Beppe Cardone, foto di Antonella Carpentieri)