Gigi e Andrea: Nostalgia Anni ’80

Creato il 12 novembre 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Giuseppe Floriano Bonanno

Dopo diversi anni d’assenza tornano a Bologna, sul palcoscenico del Teatro Dehon, Gigi Sammarchi e Andrea Roncato. Vere icone della comicità anni ’80, Gigi e Andrea si presentano con Ohi… Mamma!, pièce che rimette in pista i due in attesa di vederli in una nuova commedia che verrà prodotta in collaborazione con il Dehon e che dovrebbe debuttare il prossimo anno. Dopo i tanti successi in film e trasmissioni televisive negli anni ’80 e ’90, Gigi e Andrea avevano interrotto il loro fortunato sodalizio seguendo uno la carriera teatrale, l’altro quella cinematografica, ma, in un periodo storico in cui i grandi ritorni sono piuttosto frequenti nello show business, anche i due bolognesi hanno deciso di esibirsi nuovamente insieme proponendo uno spettacolo che è un po’ un tributo a quei personaggi che li avevano catapultati nelle nostre case ormai trent’anni fa ed un po’ il tentativo di riportare in auge una comicità semplice, schietta, dal piacevole sapore rétro, ma indubbiamente gradevole, pur concedendo qualcosa alla trivialità ed al banale. Eccoli dunque interpretare i loro personaggi prediletti: Gigi quello dell’azzeccagarbugli, acculturato, intellettuale nei sogni, ma, stringi stringi, confusionario e gran venditore di fumo, Andrea, grezzo e guascone, caciarone e bastian contrario, perennemente prigioniero dei suoi chiodi fissi, gnocca e motori. Sul palco, per circa due ore, Gigi e Andrea, supportati da un pubblico numeroso e partecipe, testimonianza di un grande e solido affetto, esibiscono tutto il loro campionario di battute, gag e macchiette che suscitano risate gustose e sincere.

Tra doppi sensi e battute a sfondo sessuale, che hanno in Andrea la miccia perennemente accesa e travolgente, Gigi tenta disperatamente di mettere in scena uno spettacolo “ermetico”, ammantato di fini culturali, che, alla prova dei fatti, si dimostra uno specchietto per le allodole, che nasconde il vero scopo che è poi quello di sfociare in occasioni dialettiche buone per screditare e bastonare il povero Andrea, facendolo passare per un sempliciotto, con il sesso sempre in testa. Esilaranti e davvero simpatici i siparietti che vedono Andrea andare in difficoltà nel tentativo di recitare famose poesie di Giacomo Leopardi, Jacques Prévert, Federico García Lorca e Giovanni Pascoli, o di provare a spiegare i passi della Bibbia, che finiscono in assurde pantomime che trascinano alla grassa risata l’intera platea. Confesso che inizialmente, abituato ormai ad un tipo di comicità diverso, ho faticato un attimino ad entrare nello spirito giusto, ma, passo passo, nel momento in cui sono finalmente riuscito a calarmi nei miei anni ’80, è stato come un piacevole ritorno a casa, ad anni in cui tutto era più facile, più colmo di prospettive e di ottimismo per il futuro, e , allora, quelle scenette e quelle battute sono ritornate attuali e divertenti, regalandomi sorrisi e risate gustose. Come non sbellicarsi del resto quando Andrea ha indossato i celebri panni della “Mamma”, per bacchettare i giovani d’oggi e recitare la parte del genitore vecchio stampo, tutto d’un pezzo, «che i tempi nostri erano meglio di quelli attuali», salvo poi scoprire che, invece, nulla è cambiato e che ogni generazione continua imperterrita a vivere perseguendo sogni e tentando di soddisfare bisogni che possono assumere una veste magari moderna, ma che, nella sostanza, sono sempre gli stessi dalla notte dei tempi.

Il bis è un omaggio ai primi sketch televisivi, le celebri previsioni del tempo “animate”, che regalano le ultime fragorose risate di una serata diversa, che ha restituito due comici al loro passato e alla loro città, città che, ancor oggi, a distanza di tanto tempo, dimostra di saperli apprezzare ed amare. Pur palesando alcuni momenti un po’ stucchevoli, lo spettacolo resta comunque apprezzabile, riuscendo a realizzare perfettamente quell’opera di recupero, dal chiaro sapore “vintage”, di un tempo che fu, che magari oggi fa sorridere, ma che fa senz’altro riflettere, amaramente, su come siamo cambiati in questi 30 anni in cui spensieratezza e sogni sono naufragati di fronte ad una realtà dura e priva di aspettative nella quale la gente ha smesso di sognare e di sorridere, indossando l’abito grigio e l’espressione persa e torva. Ed allora non resta che affidarsi al ricordo di un tempo perduto, che, forse, quando lo si viveva pareva assolutamente normale e quasi banale, ma che oggi, in un presente così cupo, sembra un’isola felice, isola che Gigi ed Andrea con il loro show hanno cercato di rendere di nuovo viva e tangibile.


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