La parola GILIPOLLA (da leggere “jilipoias” –per riprodurre il suono della J devi simulare di voler sputare tutto il catarro che hai nel corpo) significa stupido, sciocco, sebbene la miglior traduzione in italiano sia coglione.
Secondo la Real Academia Española queta parola é una volgarizzazione dell’aggettivo “gilí”, che indica una persona sciocca e innocente.
Peró navigando navigando ho trovato un’altra etimologia per questa comune parola… dobbiamo risalire al secolo XVI, epoca in cui don Baltasar Gil Imón de la Mota era Consejero de Hacienda, una sorta di ministro degli Interni.
Secondo quanto narrano le fonti dell’epoca il signor Gil Imón approfittava della sua posizione per andare a tutti gli eventi e le feste della cittá accompagnato dalle sue due figlie, con l’unica finalità di far maritare le fanciulle.
Però le signorine Imón, Fabiana e Feliciana, di belle non eran belle, di intelligenti non eran intelligenti e di simpatiche nemmeno possiamo dire che eran simpatiche, e proprio per questo ogni volta che appariva Baltasar Gil Imón de la Mota con le sue due figliole le malelingue dicevano “ahí va de nuevo don Gil con sus pollas”, lí dove “polla” era la parola che all’epoca indicava le giovani donne. (Attento: POLLA nel castigliano moderno significa CAZZO!)
Ben presto la associazione di idee divenne inevitabile, e le figlie di Gil divennero esempio di stupidità.
Cosicché quando si voleva segnalare qualcuno corto di intelligenza si alludeva alle “pollas” di don Gil, “gilipollas”.
Con particolare orgoglio devo dire che io percorro la strada Gil Imón tutte le volte che voglio raggiungere la metro: e sono soddisfazioni!!!