Gilles Villeneuve, tra storia e leggenda – prima parte

Da Carlo69 @F1Raceit

Gilles Villeneuve, campione e leggenda che solca le generazioni. Pilota che nell’immaginario collettivo è sinonimo di coraggio e sfida del limite. Questa è la sua storia.

Joseph Gilles Henri Villeneuve nasce il 18 gennaio 1950 alle sei del mattino, a Saint Jean Sur Richelieu, vicino alla cittadina canadese di Chambly.

Gilles dimostra subito la sua passione per tutto quello che è meccanica e motori: nel 1959 suo padre Seville acquista un furgone Volkswagen e, sulle strade di campagna vicino a Berthierville, arriva la prima esperienza di guida.

Passano gli anni. Siamo nel Quebec, terra fredda e dai lunghi inverni. Gilles insieme al fratello Jacques si cimenta nelle gare di motoslitta e subito nel gelo canadese e il nome del più grande dei Villeneuve diventa presto noto.

A 17 anni disputa la sua prima gara e nel 1971 diventa campione del Quebec, ripetendosi l’anno successivo; nel 1973 vince il campionato canadese e nei due anni successivi è addirittura campione mondiale, con un mezzo da lui stesso progettato e modificato che adotta un sistema di sospensioni indipendenti. Controllare una motoslitta non è affatto facile. Probabilmente da qui il francocanadese iniziò ad affinare il controllo del mezzo e la capacità di guidare in sbandata. Oltre a manifestare il coraggio, altra caratteristica unica.

Dalle formule minori alla Formula 1
Gilles vende la sua piccola casa per reperire i soldi necessari (Joanna è già con lui) ed esordisce in Formula Ford al volante di una Magnum e nel 1973 diventa con due vittorie campione del Quebec.

Dopo la Formula Ford, la Formula Atlantic che rappresenta la massima categoria di monoposto in Canada. Nel 1976 arriva il titolo canadese al volante di una March. Lo nota Ron Dennis e c’è la partecipazione, brillante ma sfortunata alla Gara di Formula 2 a Pau, dove Gilles inizia a confrontarsi con nomi che diventeranno ricorrenti: Tambay, Arnoux, Laffite. Ma nel 1976 arriva la vera occasione: si fa notare al Grand Prix Trois Rivieres il più importante appuntamento automobilistico di tutto il Quebec.

A Trois Rivieres, importanti nomi della Formula 1, tra cui James Hunt, sfidano i piloti migliori della Formula Atlantic. E’ una occasione unica per Gilles. E non la fallisce: Pole Position e vittoria. Lo stesso Hunt lo segnala a Teddy Mayer: Gilles e Mayer si accordano per effettuare alcune gare con una McLaren M23, con una opzione per il 1978.

L’esordio è al GP di Gran Bretagna. Gilles ottiene il miglior tempo nel warm up. In qualifica è 9° e si classifica in gara 11°, con problemi al raffreddamento che lo costringono a perdere tempo ai box. Buona presenza, ma Mayer preferisce non esercitare l’opzione e punta su Tambay. La storia sembra finita. Gilles nel frattempo continua a partecipare alla Formula Atlantic ed al Campionato Can – Am.

1977: la chiamata di Enzo Ferrari
La storia non è finita, anzi. E’ appena cominciata. Arriva una telefonata dall’Italia. E’ la Ferrari. Gilles conosce il Drake, riceve in breve la liberatoria da Teddy Mayer e partecipa agli ultimi due gran premi della stagione 1977: Canada e Giappone. Subito venne soprannominato “l’Aviatore” a causa del suo stile di guida aggressivo, che lo coinvolge spesso in spettacolari incidenti, come al Fuji, quando entra in collisione con la Tyrrel a 6 ruote di Ronnie Peterson e vola, uccidendo 2 spettatori, presenti in una zona vietata della pista.

1978: la prima stagione intera in Formula 1 con la Ferrari
Carlos Reutemann e Gilles Villeneuve sono la coppia Ferrari per una stagione dominata dalla Lotus ad effetto suolo di Andretti e Peterson. La creatura di Chapman è un missile. La 312 T3 di Forghieri è una buona vettura, equipaggiata con radiali Michelin, che saranno croce e delizia per tutta la stagione.

Gilles non si risparmia. Nel Gran Premio di Long Beach, una delle sue piste preferite, va in testa, inizia a prendere vantaggio, poi arriva al doppiaggio di Clay Regazzoni. La Ferrari vola sopra la svizzero, per una incomprensione nel doppiaggio avvenuto nella parte mista del circuito. Arrivano pesanti critiche alla Ferrari e al canadese. La stagione è dominata dalle Lotus. Con questo andazzo, si arriva a Monza ed al dramma di Ronnie Peterson. Alla ripartenza, Gilles e Andretti scattano in maniera vistosamente anticipata. Saranno penalizzati di un minuto. Ma la gara del francocanadese è magistrale. Tiene dietro per 35 dei 40 giri Andretti. Dovrà cedere per l’usura delle sue Michelin. In un giorno duro e tragico per la Formula 1, Villeneuve fa vedere di che pasta è fatto.

La vittoria finalmente arriva nel Gran Premio del Canada del 1978, sul circuito di Montreal. In una giornata fredda e piovosa arriva il primo successo nella sua terra. Si chiude così una stagione chiaro scura, terminata con un promettente crescendo.

Per il 1979, parte il gaucho triste Carlos Reutemann e arriva alla Ferrari l’orso sudafricano Jody Scheckter.

1979: E’ l’anno che scoppia la febbre Villeneuve
La Ferrari stenta all’inizio ma, con l’arrivo della 312 T4, a Kyalamy e a Long Beach, è subito doppietta. Gilles vince una gara difficile in Sudafrica, caratterizzata dal tempo variabile e, soprattutto, trionfa a Long Beach. Gomme morbide per tutta la gara. Un dominio assoluto.

Arrivano momenti memorabili ed altrettante disfatte. A Zolder Gilles rimonta dall’ultima posizione in cui era retrocesso per una toccata al via e conseguente fermata ai box per sostituire il musetto. Ad otto giri dal termine è terzo, ma a 300 metri dal traguardo rimane senza benzina. Commenta Forghieri a fine gara: “Certo che se una corsa così l’avesse fatta Jim Clark sareste esultanti. A Villeneuve battetegli almeno le mani”.

Dopo il ritiro a Monaco, forse a Zolder Gilles perde il mondiale. Manca ancora tanto, ma per via del meccanismo degli scarti dei punteggi, è necessario accumulare punti sia nella prima che nella seconda metà del campionato.

Certo non si dà per vinto. A Digione è autore di un duello con Arnoux ruota a ruota per difendere il secondo posto. E’ il delirio. I due scrivono la storia della formula 1. Le ruote fumanti della Ferrari in frenata sono una immagine indelebile.

A Zeltweg parte dalla terza fila e passa davanti a tutti alla prima curva, per poi arrendersi a Jones che lo passa alla curva Rindt dopo tre giri. A Zandvoort Gilles passa Jones con una manovra da manuale alla curva Tarzan: un sorpasso all’esterno meraviglioso. Poi le gomme lo tradiscono. Esce di strada sempre alla Tarzan. Riparte. Arriva dopo un giro a tre ruote ai box. E’ polemica, ma è anche entusiasmo. E’ la voglia di non mollare mai. E’ la febbre Villeneuve.

E arriva Monza. Gilles si sacrifica, copre le spalle a Scheckter. Laffite è battuto. La Ferrari è campione del mondo. Sul circuito brianzolo si celebra una liturgia collettiva. Nessuno si immagina quanti anni di attesa serviranno per rivincere un mondiale.

Gilles finisce la stagione con un secondo posto in Canada e con la vittoria al Glen, sempre lottando contro Alan Jones. Dopo aver fatto a musate con Lauda in una gara ad Imola non valida per il mondiale ed aver vinto la penultima edizione della Corsa dei Campioni a Brands Hatch, è suo il secondo posto nel campionato. E’ convinto e siamo tutti convinti che il 1980 sarà il suo anno. Non sarà così.

1980: Un anno di delusioni
La Ferrari 312 T5 è una evoluzione della T4 campione del mondo. Gli altri hanno fatto progressi enormi. Il motore boxer non consente di realizzare una wing car con tutti i crismi a causa degli ingombri.

In Brasile Gilles fa una partenza da urlo dalla seconda fila, ma deve poi rallentare per problemi alle gomme, per poi ritirarsi. A Imola dà tutto, ma sbatte alla Tosa a 280 km/h. L’urto è tremendo, la macchina rimbalza in pista. Gilles è illeso. E’ un miracolo. Ma no, è normale che lui esca illeso… A fine gara afferma: “Viaggiavo quasi a 280 all’ora – racconta – e le gomme probabilmente erano ancora fredde. Fatto sta che alla staccata della Tosa un pneumatico è scoppiato e la macchina ha sterzato violentemente verso sinistra fracassandosi contro il muretto di protezione, è stata una botta terribile”.

Proprio ad Imola, nelle prove libere, fa la sua apparizione la prima monoposto turbo della Ferrari.
A fine anno per il canadese un paio di quinti posti, uno dei quali nel Gran Premio del Canada.
Solo qualche piazzamento in un anno tra i peggiori della storia della Ferrari. Scheckter si ritira. Per il 1981 arriva la 126 CK turbo.

(fine prima parte).


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