“Ginger e Fred” di Federico Fellini

Creato il 26 agosto 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Il sentimento e il senso dell’Effimero, tra edonismo consumistico e vissuti che si spengono

Un apologo poetico sull’impatto simbolico e culturale della tematica dello scorrere del tempo e della caducità dell’esistenza e delle esperienze umane, nascosto fra le pieghe di un meta-discorso sociale e satirico di una critica ai linguaggi della coeva tv commerciale anni ’80.

Al di là del suo significato letterale, lo spettacolo televisivo demenziale e perversamente voyeuristico posto al centro del plot rappresenta il luogo archetipico di una Destinazione (la meta e il fine del movimento caotico e incosciente di tutta un’umanità, quella dei guitti ed esibizionisti riuniti intorno al centro gravitazionale del set della diegesi) e insieme di una Degradazione (il darsi in pasto a un pubblico ebete e compulsivamente avido di stimoli orrifici e carnali), come anche una scena intrapsichica, gravida di fantasmi epifanici e partecipi della risonanza espressionistica propria della messa in scena altamente proiettiva di Fellini. Ed è pertanto uno spettacolo, l’“Ed ecco a voi” di Ginger e Fred, che proietta la portata simbolica della sua mediocrità estetica e culturale su un piano più esistenziale che satirico, venendo a inscenare agli occhi commossi dei due protagonisti della storia, come a quelli del pubblico extradiegetico, il momento trascendente di rivelazione dell’Effimero quale destino ultimo della vita e delle esperienze, che tutto consuma, degrada e spegne.

Due sono in particolare le concezioni dell’“effimero” che risultano tematizzate nel film, legate rispettivamente a una nuova e a un’antica sensibilità culturale: la pornografia e il carpe diem consumistici (rappresentati dall’universo compulsivo e spettacolare della tv commerciale e della pubblicità) e le ferite e la precarietà del vissuto che marchiano in profondità i percorsi esistenziali dei singoli soggetti (sintomatici a riguardo gli abbandoni sentimentali subiti, l’internamento in manicomio, gli anni di depressione catatonica, la solitudine e la vecchiaia che compongono la storia del personaggio borderline di Mastroianni, antefatti inclusi). Nell’economia semantica dell’opera, lo scarto tra le due concezioni e weltanschauung viene così a riflettere la perdita della pienezza simbolica, spirituale e soffertamente emotiva con cui il tema in questione veniva vissuto e introiettato prima dell’affermazione della cultura consumistica.

Francesco Di Benedetto


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