La maggior parte degli utenti non ha la percezione di questo problema, per fortuna infatti gli sviluppatori fanno di tutto per mantenere le loro applicazioni compatibili con tutte le versioni presenti sul mercato.
Questi dati mensili servono infatti proprio agli sviluppatori per sapere quali dispositivi sono presenti sul mercato e mantenere la compatibilità. Questi dati però sono anche utili per fare altre analisi come ad esempio le abitudini d'uso e di acquisto dei consumatori.
Vediamo per prima cosa il grafico e le percentuali:
Questa percentuale però non deve stupire. Sebbene si tratti di una versione di Android vecchia due anni, era quella disponibile nel momento del primo grande boom degli smartphone del robottino verde. La versione succesiva/parallela Honeycomb era destinata ai soli tablet e si è dovuto aspettare molto tempo per la riunificazione dei due sistemi operativi in Ice Cream Sandwich.
Quest'ultima versione ha lasciato indietro molti terminali che non sono stati aggiornati, tra cui il Nexus One, ma che non hanno avuto necessità di essere sostituiti.
Le novità introdotte con le ultime due versioni di Android sono notevoli, ma nessuna che comprometta in modo netto la user experience degli utenti. Gingerbread fa tutto ciò che un normale utente ha bisogno, è leggero, funziona sia su terminali di fascia bassa che di fascia alta e non ha particolari limitazioni; per tutti questi motivi cambiare in terminale con questa versione di Android non viene sentito come una necessità.
Rispetto allo scorso mese Gingerbread vede diminuire la sua percentuale d'uso, ma sembra una variazione maggiormente dovuta ad un aumento di smartphone e tablet nuovi che ad una reale sostituzione dei terminali più "vecchi".
Per un sistema operativo mobile, un mondo in cui la tecnologia evolve rapidissima, Gingerbread sembra ripetere il copione già visto sui PC con WindowsXP, la versione più longeva ed apprezzata dell'OS di Microsoft che dopo quasi 12 anni è ancora presente ed utilizzata su tantissimi computer.