Ginnastica Story, Dannate malattie/1: Christy Henrich

Creato il 14 novembre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Continua il nostro viaggio alla ricerca delle storie che hanno sconvolto la ginnastica artistica. Dopo aver raccontato degli incidenti di Elena Mukhina (cliccate qui per leggere l’articolo di due settimane fa), di Gomez e Sang Lan(cliccate qui per leggere l’articolo di settimana scorsa), arriviamo a parlare di malattie. Prima tappa: l’anoressia. Malattia bestiale, bruttissima, gravissima, che si insinua nel cervello e poi ti prende tutta. La ginnastica ha dovuto fare i conti con un bruttissimo caso che ha fatto epoca. Riviviamolo. E intanto appuntamento tra sette giorni per la quarta puntata del nostro percorso.

Quando una frase cambia la vita. Quando l’eccessiva cattiveria manda al tappeto una persona. Quando la stupidità altrui porta sull’orlo del baratro (e purtroppo anche oltre). Christy Henrich è un talento eccezionale della ginnastica, sta scalando velocemente le posizioni che contano e ha nel proprio mirino le Olimpiadi di Barcellona, passando per un paio di Mondiali di cui sarebbe potuta diventare la reginetta. Quando, in un Meeting Internazionale del 1989, si trova di fronte alla brutalità di un giudice: “Sei troppo grassa, devi dimagrire. Il cervello di una diciassettenne va in bambola e il peso inizia a diventare un’ossessione. In una ginnastica dominata dai cosiddetti folletti sembra non esserci spazio per lei. E coach Al Fong (sì, lo stesso della povera Gomez di cui abbiamo parlato settimana scorsa) non fa niente per riportare Christy sulla strada giusta. Anzi. Proprio qui hanno origine ossessioni e fobie che la schiacceranno sempre più.

Senza ascoltare il parere dei medici, la Henrich continua a perdere chili su chili. Tra cattive abitudini alimentari e recuperi sbagliati, la ragazza scivolerà nella malattia delle malattie: l’anoressia. Il suo corpo è sempre più pelle e ossa e arriva addirittura alla soglia dei 29 chilogrammi. I suoi familiari non sanno più che fare e, presi dal panico, la fanno ricoverare in una clinica. Inizierà un travaglio fatto di numerosi trattamenti e di lunghi periodi di degenza che, però, non le consentiranno più di recuperare. Il suo fisico ha ormai ceduto, gli organi non svolgono più le proprie funzioni. Se ne andrà in un lago di tristezza, a tu per tu con quella dannata anoressia nervosa, otto giorni dopo aver spento le sue ventidue candeline.

Sarà una morte che sconvolgerà il mondo dell’artistica, che farà riflettere e che finalmente esporrà alla luce del sole il problema dei disturbi alimentari, delle diete, del peso, della magrezza a tutti i costi, dell’anoressia.

Grandi atlete del passato confesseranno di esserci passate.

La grande Kathy Johnson, capitana della Nazionale a stelle e strisce che conquistò l’argento olimpico a Los Angeles 1984, ha sfruttato la propria visibilità televisiva per spiegare i problemi di salute che albergavano in questa disciplina, cercando di migliorare la condizione delle sue ex colleghe.

L’icona americana Cathy Rigby, colei che col suo alto punteggio alle Olimpiadi del 1968 contribuì a diffondere l’artistica nel suo Paese e prima ginnasta statunitense a vincere una medaglia mondiale, affermò che durante la sua carriera aveva sofferto di bulimia e ha sempre combattuto strenuamente contro i disordini alimentari. Nel 1984 dichiarerà: “Volevo essere perfetta nel mio peso. Invece stavo diventando pazza. Probabilmente consumavo 10000 calorie al giorno nei fast food…Peccato che poi finissero praticamente tutte nei bagni dove mi rifugiavo per vomitare”. Ricoverata per due volte è miracolosamente riuscita ad uscirne e a ricavarsi qualche spazio come attrice, anche in alcuni film di ginnastica tra cui l’appena uscito McKenna Shoots for The Stars in cui interpreta l’allenatrice della protagonista.

Sono state denunce fondamentali, importanti, che hanno fatto riflettere. L’importante è che anche oggi le ragazze non entrino in un tunnel pericoloso la cui uscita diventa sempre più difficile. Serve coscienza e testa, appoggio da parte della famiglia, serietà di allenatori, controlli medici. Fortunatamente tante cose sono cambiate e vediamo sempre ragazze in forma. Ma tenere gli occhi sempre ben aperti non guasta mai.

Cliccate qui per vedere la Henrich all’opera. Giudicate voi stessi se era grassa…

Cliccate qui per vedere Cathy Rigby alla trave.

Qui la potete ammirare durante il trailer di McKenna.

Cliccate qui per osservare la magia di Kathy Johnson al corpo libero.

stefano.villa@olimpiazzurra.com

OA | Stefano Villa


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :