Giochi criminali, di Giancarlo De Cataldo, Maurizio de Giovanni, Diego De Silva e Carlo Lucarelli

Creato il 30 marzo 2014 da Funicelli
Quando a giocare sono gli adulti, spesso il gioco diventa un gioco criminale: lo raccontano secondo quattro angolatura diverse gli autori di questa raccolta. Dai giochi sadomaso che richiamano la letteratura del passato di De Cataldo, al gioco del lotto che diventa, nel racconto di De Giovanni, una febbre che uccide. Un gioco d'amore che viene scambiato per stalking dall'avvocato Malinconico, personaggio seriale del napoletano Diego Silva. Infine, il gioco più crudele, quello della vendetta. In cui si imbatterà l'ispettrice Grazia Negro in un momento estremamente delicato della sua vita e della sua relazione con Simone.

I quattro racconti: Giancarlo De Cataldo, Medusa Forse il più attinente alla realtà, dove si mescolano passioni amorose “particolari” con mafia e speculazione edilizia. Al caffè centrale non si parlava d'altro. E se ne parlava al'uso salentino: con poca o nulla pietà, molta iroinia e continue allusioni alle abitudini sessuali della vittima. Era opinione diffusa presso i belcastresi che il barone Mallarmè, con il suo stile di vita estremo, se la fosse andata a cercare. Anche il giovane magistrato di turno pensa che in fondo, il barone, trovato nudo nella sua stanza, sia stato ucciso da un suo amante. Ma la professoressa Blasi, no. La Medusa, per il suo sguardo che durante gli interrogatori impietriva gli studendi, dovrà trovare un colpevole non scontato, andando a fugare nei beni del defunto amico.

Il risentimento che ancora provava per Stefano svanì di colpo, e dal suo cuore partì una risata irrefrenabile. Bé, era stato divertente. Atroce e divertente quel gioco a due. E lei, in fondo, che cosa avrebbe potuto chiedere ancora? Aveva goduto del suo prezioso spazio segreto, e per un tempo lungo. A quanti esseri umani era stato concesso un simile privilegio? ”

Maurizio de Giovanni, Febbre Domenica mattina: davanti al commissario Ricciardi, l'uomo che riesce a vedere gli ultimi istanti dei defunti, si presenta il piantone spiegandogli che è stato rinvenuto un cadavere al vicolo Speranzella. È un assistito, uno che parlava con le anime del purgatorio, ricevendo i numeri del lotto. Rummolo Gaspare detto 'o cecato, lo chiamavano tutti nel quartiere per interpretare i loro sogni, da tutti benvoluto. Perché aiutava i napoletani, tutti, senza distinzione di censo osesso, a coltivare la loro malattia: quella del gioco, che illude ricchi e poveri, borghesi e aristocratici, nella speranza di una vincita che dia una svolta alla vita.
Dovevo capire.Dovevo capire chi avesse avuto la forza, la volontà e soprattutto un motivo valido per porre fine alla vita di un uomo che, a quanto pareva, era benvoluto da tutti, e che al contrario di altri che facevano il suo mestiere non mirava ad arricchirsi alle spalle di poveri creduloni.[..]Dovevo capire chi fosse in realtà la vittima, che sentimenti e che passioni avesse suscitato la sua vita per indurre l'assassino al delitto”.
Diego De Silva, Patrocinio gratuito Lo stalking è un reato disgustoso, perché rende la vita delle vittime un inferno, alla mercè di un uomo (di solito) che considera la sua moglie/compagna/amante solo un oggetto di sua appartenenza. Una tortura quotidiana fatta di telefonate, messaggi, minacce anche velate … E se invece, dietro certe telefonate, in cui si sente solo la voce di Mina che canta “Parole, parole”, ci fosse altro? Lo scopre a sue spese l'avvocato Vincenzo Malinconico, costretto ad aiutare l'ennesima amica di amici, proprio per un caso di stalking un po' particolare. Che forse proprio stalking non è. E che costringerà il povero Vincenzo a fare da mediatore tra due strane persone.
Ti ha chiamato lui, giusto
Eh.
Ti ha detto che era lui che infastidiva la tipa, giusto?
Eh.
E tu gli hai detto che se non la finiva avresti preso provvedimenti, giusto?
Eh.
Quindi il tuo dovere l'hai fatto.
Mi pare di sì.
A quel punto lui ti ha chiesto di metterci la buona parola con la tipa.
Proprio.
E ti voleva pagare.
Anche subito. Era davanti al computer, ha detto «Dica lei la cifra, se mi da l'Iban le faccio il bonifico».Ha detto proprio così.Eh.
«Dica lei la cifra».
«Dica lei la cifra».
E ti ha chiesto pure l'Iban.
E mi ha chiesto pure l'Iban.
E tu gli hai detto di no.
A questo non rispondo, visto che c'era anche lui.
Ci guardiamo in faccia per, tipo, un minuto netto.
Vincé, - dice, rompendo il silenzio.
Oh.
Ma sei cretino?

Carlo Lucarelli, A Girl Like You
“Una donna, un tatuaggio, affari illeciti, due morti più o meno suicidi. Coincidenze.
Coincidenze?
Stella, Stellina, pensò Grazia mentre scendeva le scale.
Stella, Stellina.”

Una indagine che parte da una stella tatuata sul dorso del piede e da uno strano suicidio di Franchino Malapoti. Figlio del capo della ndrina che comanda in quella zona dell'Emilia, terreno fertile per appalti, corruzione e mafie.

Stella, stellina che porterà Grazia, alle prese con la sua gravidanze alle prime settimane, lungo una scia di altri strani suicidi. Il figlio del capo della ndrina, l'assessore e il sindaco, il figlio della proprietaria di un bar. Qual'è il nesso comune? Proprio quella stella. La scheda del libro sul sito di Einaudi
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