Certamente non si giudica un libro dalla copertina, ma è pur vero che le immagini stampate lì in bella vista sono il biglietto da visita di un qualsiasi prodotto letterario; e nel caso di “Giochi d’ombra”, thriller psicologico della scrittrice tedesca Charlotte Link, promettono atmosfere lugubri e sinistre quanto basta, corredate dall’accattivante premessa incisa in alto a sinistra: “Cinque amici. Un’occasione per rivedersi. Un’opportunità per vendicarsi”.
Insomma, il più classico dei gialli, con una riunione di vecchi amici custodi di segreti inconfessabili e animati dal desiderio di vendetta nei confronti del loro ospite, David Bellino, giovane inglese che ha appena ereditato un patrimonio milionario (miliardario, probabilmente) e un impero industriale in quel di New York, dove la vicenda è ambientata; teatro dell’omicidio, un lussuosissimo attico di proprietà della ricca vittima.
Ma che n’è stato, allora, di quel vialetto isolato appena illuminato dai raggi di un sole nascosto?
La risposta ci è data dal modo in cui il romanzo stesso viene strutturato dall’autrice. La morte violenta di Bellino, infatti, altro non è che un pretesto, sviluppato e consumato nel giro di poche pagine, per ripercorrere a ritroso, sullo sfondo di una Londra nebbiosa e diffidente, le vite dei quattro amici di cui la copertina ci aveva anticipato l’esistenza; a questi, si unisce il racconto delle vicissitudini di una quinta persona, la compagna del morto.
La quasi totalità del romanzo, insomma, è dedicata a scandagliare le vite psicologiche e concrete di cinque individui, totalmente diversi l’uno dall’altro, immortalati nei momenti decisivi dei propri percorsi di vita; una sorta di romanzo di formazione moltiplicato per cinque che non risparmia dettagli crudi e introspezioni precise e meticolose. Si intuisce la presenza di una mano esperta nel tracciare la parabola di queste vite, tutte accomunate dal fatto di essersi fatalmente incrociate con quella di David Bellino, il defunto; e “fatalità”, in effetti, è la parola chiave per leggere questo thriller, anche se, capitolo dopo capitolo, si ha la sensazione che l’autrice ne abbia abusato un po’, intrecciando destini e (prevedibili) sviluppi con un unico, troppo lungo filo.
Senza svelare dettagli importanti della trama, si dirà solo che il flashback incrociato di dieci anni di vite vissute male è il vero fulcro del thriller, a scapito delle indagini per la ricerca dell’assassino, di un personaggio, quello dell’investigatore, stereotipato e piatto, e di un finale che lascia con l’amaro in bocca.
Poco thriller e molto psicologico, l’ultima fatica di Charlotte Link, in sostanza, non riesce a lasciare il segno; senza voler tirare in ballo le opere precedenti della scrittrice tedesca, che nel mondo ha venduto quindici milioni di copie, il giudizio per questo thriller è: astenersi palati fini.
Mariachiara Eredia
Charlotte Link, Giochi d’ombra, Corbaccio 2014, 445 pp, 18,60 euro.