Giochi truccati

Creato il 01 gennaio 2012 da Albertocapece

C’erano una volta gli ippodromi che si riconoscevano per l’odore di stallatico che emanavano tutto attorno. Oggi il governo ne ha decretato la morte. Ma c’erano anche i casinò che oggi stentano: lì, in quei luoghi  i ricchi buttavano via i soldi in una sorta di redistribuzione anomala , di prostituzione del brivido. Certo c’erano anche i malati e i matti che si rovinavano, c’erano i “cambisti” davanti al lusso grossier delle sale da gioco e allibratori in quei circhi all’aperto dove correvano i cavalli. Ma in qualche modo rimaneva un mondo esclusivo e separato che non si arrendeva, non del tutto almeno, alle bische, ai bari, alle corse truccate.

Poi sono venute le slot machines che macinano soldi meno abbondanti e alle quali si può accedere in maglietta, poi è venuto l’azzardo pubblico, i gratta e vinci, i superenalotti, una moltiplicazione della scommessa che diventa ossessiva per fronteggiare i giochi online: un circolo vizioso che ha drenato sempre più soldi alle scommesse sui cavalli e alle roulettes. Certo è strana questa cosa dello Stato che deve essere minino quando si tratta di diritti e tutele, ma può fare da banco pigliatutto quando si tratta di gioco.

Ma si sa le teorie sono roba da professori e quando c’è da recuperare soldi per ripianare i bilanci senza essere costretti a toccare l’evasione mica si va troppo per il sottile. Con una differenza rispetto a prima: che il demone del gioco è stato inoculato e diffuso a tutta la popolazione allettandola con premi stratosferici o con il fremito da tabaccheria. Ora la tentazione è generale e sono soprattutto i poveracci che tentano la fortuna, che vengono attratti da una speranza depistata, consentendo alla Stato di non toccare i ricchi. Anche questo è un gioco, un gioco truccato.

Oggi si spengono le luci a San Siro, e in tutti gli altri ippodromi italiani con 50 mila persone a spasso e 250 cavalli in attesa di macellazione. Inevitabile, visto che ci vorrebbero almeno due anni di contributi governativi per poter permettere un’attività che però in qualche modo è in concorrenza con il governo stesso. Così continueremo a voler privatizzare, ma a statalizzare il gioco d’azzardo: acqua privata e roulette pubblica. Si, mi pare che siamo sulla strada giusta del declino e del resto in questo campo abbiamo invidiabili competenze.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :