Giochino di Ody, prima settimana: CASALINGHITUDINI ATTIVE - Mercato

Creato il 05 giugno 2013 da Vidi

Mercato, che bella parola.
Una parola piena di colore. Il verde dell'insalata e il rosso delle ciliegie. Il giallo delle albicocche e l'arancione dei meloni maturi. Il violetto cupo delle melanzane e il variegato dei borlotti. Ma anche l'arcobaleno degli abiti al mercato delle stoffe e le chiazze di colore delle borse alla moda esposte dagli extracomunitari in bella mostra.

Mercato, una parola piena di odori: quello pungente dei serti d'aglio e dei mazzetti di cipolline novelle. Quello dolce delle fragole e dei piselli sgranati. Quello fresco dei cespi di lattuga e quello fragrante delle arance mature. Ma anche quello polveroso dei vestiti sulle bancarelle dell'usato. Quello invitante della pizza che cuoce nel forno sul camion-pizzeria e quello inebriante del vin brulé nei mercatini d'inverno.
Mercato, una parola piena di sapori: il dolce delle pere mature, l'acidulo del limone, l'amarognolo dei broccoletti di rapa, il fresco della granita comprata sul carrettino mentre giri sotto il sole di bancarella in bancarella, la golosa untuosità delle zeppole fritte là per là nei mercatini d'inverno, la scioglievolezza irresistibile del caciocavallo impiccato fuso sul pane fragrante.
Mercato, una parola piena di suoni: le voci stentoree dei venditori: 'Accattateve a rrobba bbona, nun ve facite fa' fessi!' 'A n'èvero 'o chilo 'e pummarole mature!' 'Signore belle, oggi si regala!' 'Guardate che rrobba, guardate!!!' 'O nun tenite ll'uocchie o nun tenite 'e solde!'
Mercato: una parola piena di sensazioni tattili: la consistenza del cocomero, la morbidezza dei cachi, il vellutato delle pesche,  l'elasticità dei chicchi d'uva matura, il ruvido delle bucce degli agrumi, le mille sensazioni delle mani sui tessuti più disparati.
Dovendolo definire, del mercato direi che è  appagante in ogni senso ...
...tranne quando uno ci va con mia madre, la quale pur di tirare sul prezzo fino all'osso vi dirà che l'insalata è ammosciata, le arance puzzano, 'e fragole so' fracite, i vestiti so' tutte pezze, il caciocavallo che n'o vuo' fa' che s'è arso tutto quanto, il vin brulé t'o fai 'a casa che qua sti mariuoli vònno 3 euro 'o bicchiere due dita fetenti 'e vino malamente... Immaginate la scena ripetuta ogni volta che mamma mi portava con sé al mercato, ossia ogni giorno visto che anche lei ci andava a vendere la verdura dei nostri campi ( - Mamma, ma non criticare sempre  tutti, pure tu vendi... -Statti zitta, che 'a rrobba mia è bbona, quella 'e l'ati è na munnezza!) e avrete un quadro esatto della mia psiche: non c'è nessuno come mia madre capace di ridurre una figlia, anche da adulta,  in una adolescente insicura! 
P.S. O voi miei 3 fedelissimi, non dimenticate di andare a leggere anche gli altri racconti:
Abbandonare Tara
Mamma & Prof
La casa sull'albero
Orologio Nuovo
Concept Store
Parlo di Me
Dagherrotipi
Vita da MuseoArte....e dintorni
Non per tutti  
Ci sono riuscita 
Ricomincio da 7 


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