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Giochino di Ody, terza settimana: Le lettere e i giorni - LAVORO

Creato il 17 giugno 2013 da Vidi

Giochino di Ody, terza settimana: Le lettere e i giorni - LAVOROQuest'argomento a Ody l'ha suggerito direttamente Letta, ne sono sicura.
Di questi tempi solo al governo conviene far finta di  perorare la causa del lavoro, sperando così di accaparrarsi i voti dei disperati che cercano un impiego con sempre meno speranze.
Ma chi, come me, lavora da 36 anni (per tacere degli altri 20 anni fatti in campagna coi miei mentre parallelamente studiavo, e poi tutto il lavoro coi figli e la casa) parlerebbe molto più volentieri di pensione.
Per carità, di questi tempi lamentarsi del proprio lavoro è una bestemmia, e io faccio anche un lavoro divertente perché i bambini non sono mai gli stessi e nemmeno l'insegnamento dunque lo è.
Ma dopo 36 anni che mi invento l'animaccia mia per motivarli, divertirli, fare in modo che ogni giorno escano da scuola sani e che abbiano imparato almeno una cosa in più di quelle che sapevano al mattino quand'erano entrati, vorrei poter essere libera di scegliere se restare o andare. Senza però rimetterci la metà di quella che sarebbe stata la mia pensione se  
a Monti e alla Fornero fosse preso un colpo prima del novembre 2011. Purtroppo invece  i due sono arrivati a tale data vivi e così stronzi da fare una riforma che ci ha resi prigionieri del lavoro a vita.
Avendo io cominciato a lavorare a 20 anni, i due hanno deciso che a 56 anni sono troppo giovane per poter dire basta. Non solo: non bastano più nemmeno 40 anni di servizio: dovrò lavorare almeno fino a cumulare 42 anni di servizio. E siccome ciò accadrà quando avrò 62 anni mi tasserano del 2% fino a 66 anni, perché che cavolo, potevo cominciare più tardi a lavorare! Ho voluto cominciare a 20 anni? E allora aggia jetta' 'o sango e m'hanno puni' perché l'età della pensione è a 66 anni. Per ora, eh! 
Giochino di Ody, terza settimana: Le lettere e i giorni - LAVORO
Te ne mandano solo se te ne vai senza soldi, con la classica mano davanti e di dietro: questo sistema lo chiamano 'flessibilità'. Ma se vuoi andartene chiedendo che ti vengano riconosciuti i diritti acquisiti, col cavolo che te ne puoi andare. Solo i diritti dei parlamentari una volta acquisiti non sono derogabili: ve la ricordate la legge che dopo 5 anni di legislatura i parlamentari avevano diritto alla pensione? Quando fu modificata, la prima cosa che precisarono fu che per chi era in Parlamento in quel momento  non valeva, perché essendo essi entrati 'in servizio' prima della modifica avevano acquisito il diritto a usufruirne.
Scusate, ma quando entrai in servizio io si poteva andare in pensione a 14 anni, 6 mesi e 1 giorno. Com'è che io nemmeno a 36 posso? Perché per me le leggi sono retroattive? 
E sì che siamo in una sorta di paradosso: chi vuole andare in pensione si trova la porta chiusa da una parte, chi vuole lavorare si trova la porta chiusa dall'altra: siamo qui che spingiamo tutti, con una forza uguale e contraria, facendo rimanere il mondo del lavoro in una empasse nevrastenica, quando basterebbe un EQUO taglio alle pensioni per mandar via chi vuole e sistemare due generazioni! 
E' di ieri il 'decreto del fare'. A prima lettura mi pare ci siano spunti buoni. Ecco signori politici, trovandovi a fare, mettete mano a sta cosa delle pensioni, via, prima che a qualche Fornero bis non vada all'orecchio quel che ha proposto il ministro giapponese.   

Scusate, è un post quasi sindacalizzato, ma nun ci 'a faccio cchiù e m'avevo sfoga'!
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