GIOCO CONFUSO, POCO EFFICACE, di GLG, 11 marzo

Creato il 12 marzo 2015 da Conflittiestrategie

Come già alle politiche, il “nano” indurisce le sue posizioni e finge di essere in netto contrasto con i piddini governativi. Tale comportamento gli serve per tentare di recuperare qualche posizione elettorale dopo aver dilapidato milioni di voti ed essere passato da un 30% circa ad un 12-13. Il fatto è che – malgrado il ben noto “o non caschi o caschi in piedi” di Obama, ormai quasi 5 anni fa – ancora i residuati antiberlusconiani non lo lasciano tranquillo sul piano giudiziario e altro. E Obama ha da tempo una crescente opposizione interna oltre ad avviarsi verso la fine dei suoi due mandati presidenziali.

Dopo una tormentosa e accidentata “transizione” – Monti, Letta – la situazione governativa italiana tenta di assestarsi sul neo-piddismo di Renzi, decisamente liquidatorio del passato post-piciista, che a questo punto appare come una lunga fase di totale involuzione di un partito nato come “costola” del sedicente internazionalismo proletario, semplice ma tutto sommato efficace difesa del paese “socialista” per eccellenza, l’Urss, che di socialismo non aveva proprio nulla; ma che è stato comunque un tassello importante (anzi molto rilevante) della storia del ‘900, soprattutto dalla seconda guerra mondiale fino al suo crollo. Comunque, già con la togliattiana “via italiana al socialismo” era tutto sommato delineato il percorso del Pci, acceleratosi con la segreteria Berlinguer e poi precipitato definitivamente nella completa abiura di ogni parvenza di lotta per la trasformazione sociale dopo la fine del campo, detto appunto socialista, nel 1989-91.

Sono convinto che Renzi sarebbe disposto a prendersi l’eredità della frase di Obama e quindi a “graziare” definitivamente il “nano”; ma deve tenere ancora a bada per qualche tempo i post-piciisti, che non hanno mai avuto altra politica (se si può definire politica!) se non l’antiberlusconismo demenziale e capace di sfasciare completamente il paese dal punto di vista culturale oltre che, ovviamente, da quello politico-sociale. Il Berlusca corre dunque ancora dei rischi; e deve cercare di non sparire dall’orizzonte. E’ ormai “cotto”, ma gioca tutte le sue carte, anche mediatiche, per restare a galla. Bisogna ben dire che il suo affondamento, se avvenisse presto, renderebbe appena più difficile l’instaurazione di un regime renziano, che effettivamente sarebbe molto confacente agli interessi statunitensi (al di là degli screzi interni a quel paese circa la tattica da seguire per riaffermare la supremazia mondiale) e creerebbe invece difficoltà all’emergere di gruppi politici indipendentisti in alcuni paesi europei. Non ci si lasci ingannare dal viaggio a Mosca del nostro servile premier; e nemmeno dall’accoglienza apparentemente cordiale di Putin, che in questo momento deve agire con molta prudenza e abilità tattica, sintomo comunque di una potenza russa ancora abbastanza al di sotto di quella del paese preminente.

Purtroppo le manovre per resistere alla prepotenza americana sul piano internazionale, e quelle per opporsi alla servitù semicoloniale installatasi con Renzi, sono molto deboli e non condotte con la necessaria abilità. La Germania, nettamente il più forte tra i paesi europei, sta conducendo una politica tutto sommato tesa a manifestare sfiducia verso le decisioni e l’atteggiamento del nostro Governo; e nemmeno in sintonia con dati comportamenti della UE e soprattutto della BCE (nessuna simpatia verso le recenti scelte in merito al Q.E.). Sempre più sono convinto che, in qualche modo, si rifletta nella politica estera tedesca la consapevolezza che da ormai molto tempo, ma adesso con servilismo spinto al massimo, l’Italia è una pedina essenziale del gioco statunitense nei confronti dell’Europa. Tuttavia, la posizione della Germania non appare affatto limpida e consente sia a chi è critico della UE e della dipendenza dagli Usa in buona fede sia a chi invece gioca sempre nell’ambiguità – tutto sommato aderendo alla politica americana, pur magari essendo ostile a quella dell’attuale Amministrazione – di sollecitare rigurgiti antitedeschi latenti ma sempre presenti nella memoria di altri popoli europei.

Anche gli oppositori interni all’instaurando regime in Italia non sono molto efficaci. La sedicente fronda esistente nel Pd ha solo l’intenzione di non farsi liquidare senza nulla ottenere. Conduce semplicemente azioni di disturbo, utilizza quella parte del ceto politico e intellettuale “di sinistra” ormai in piena putrefazione; mantiene ancora influenza in determinati gangli degli apparati statali e nei media (giornali e TV), ma è sempre più in decadenza e credo si avvii verso la fine del suo ruolo pesantemente nefasto, soprattutto nell’ultimo ventennio. I 5stelle (i “grillini”) mi sembrano pasticciare sempre di più ed essere alla fin fine di supporto a Renzi; anche per aver portato in Parlamento una masnada di opportunisti senza alcuna idea in testa. Lega e Fdi appaiono più vivaci. Tuttavia, le vie contorte, il tentativo di non affrontare senza più usare mezzi termini il nemico di fondo – cioè gli Usa; e senza molto riguardo alle differenze tattiche interne in via di sempre più netta evidenziazione – rischiano di affossare ogni eventuale “buona intenzione”.

Per il momento direi che Renzi, supportato dagli Usa – e a mio avviso senza alcuna speciale differenziazione tra i fautori di due differenti tattiche per opporsi al multipolarismo e riaffermare la propria supremazia – regge queste opposizioni incapaci di dire apertamente chi in realtà lo appoggia e gli suggerisce le mosse. Impossibile prevedere al momento se, comunque, un disagio e malcontento assai diffusi potranno trovare fra non molto gli agenti della loro effettiva coagulazione. Così stando le cose, il premier può ritenersi abbastanza saldamente in sella e dedicarsi allo studio delle mosse future: o per arrivare fino al termine della legislatura o per accelerarne la fine sperando sempre nel vasto astensionismo che lo favorirebbe ancora una volta. Al momento, gli altri si agitano molto perché avvertono il malcontento di chi si astiene, ma annaspano per mancanza di coraggio e chiarezza di comportamento.

Non basta essere “benevoli” verso la Russia, così indubbiamente differenziandosi dagli apertamente filo-Usa. Poiché pure la Russia, in mancanza di più decisi referenti europei, è obbligata ad una prudenza che ritarda l’affrontamento con il nemico d’oltreoceano. Le due debolezze, invece di coalizzarsi decisamente, creando così una forza di peso ragguardevole, tendono a tenere un comportamento che le tiene entrambe al palo. Lo scioglimento dei tanti nodi aggrovigliatisi negli ultimi cinque anni non sembra vicinissimo. Ma l’epoca è tale per cui fare previsioni, soprattutto sui tempi, sarebbe un vero gioco d’azzardo.


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