Gioco dannato, di Clive Barker

Creato il 08 giugno 2012 da Tizianogb


"Gioco dannato", di Clive Barker, è uno di quei romanzi che ti rimangono dentro, che tu lo voglia o no: puro terrore distillato su righe d'inchiostro. Ho letto questo capolavoro la bellezza di venticinque anni fa, ma ci sono delle scene che da tanto mi hanno impressionato ricordo ancora adesso perfettamente, come se lo avessi riposto in libreria l'altro ieri. Difatti, per scrivere questo post pensavo di rileggermelo da capo a fondo - e probabilmente lo farò, uno di questi giorni - ma mi è bastato scorrere tra le sue pagine, adocchiando un brano qua e uno là, per accorgermi di quanto potente sia questa storia e di quanto a fondo fosse rimasta nel mio subconscio, marchiandolo a fuoco come solo i capolavori sanno fare. E' il primo romanzo che Barker ha scritto, dopo le raccolte di racconti "Books of Blood", e a tutt'oggi uno dei suoi migliori, tanto che mi chiedo cosa diavolo aspettino a trarne un film.  La vena truculenta e carnosa (siamo tutti libri di sangue, dopotutto) di Barker rilegge il mito di Faust e del suo patto con il diavolo in chiave moderna e splatter, aggiungendoci un pizzico di noir e un background storico (il prologo ambientato nella seconda guerra mondiale) di tutto rispetto. Le sfaccettature di questo romanzo sono tantissime, come si può capire, e non sono altro che l'esempio lampante della genialità di Barker: un artista che sa scavare nel profondo delle nostre viscere. Letteralmente.

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