Gioco sporco, mail finte

Creato il 06 dicembre 2011 da Rightrugby
Hanno i coltelli affilatissimi nella Rugby Football Union e non perdono tempo ad accoltellarsi. Prima i leaks sul report che ha investigato sulla spedizione dell'Inghilterra al Mondiale, spuntati come funghi mentre coach Martin Johnson abbandonava il proprio ruolo, accompagnato in conferenza stampa da Rob Andrew che, nonostante limitazioni alla sua sfera di competenza, rimane in federazione. 
Ora mail false e lasciate circolare per costringere l'ex chairman Martyn Thomas ad abbandonare l'incarico: giochi sporchi, colpi bassi. Se nel Regno Unito tiene banco il Climategate 2.0 (la versione aggiornata di rapporti compilati ad hoc per camuffare alcuni risultati sul global warming che contraddicevano le tesi mainstream), ci si sono messi d'impegno anche nei piani alti del rugby.
Tutto comincia da una mail firmata dal Market Bosworth RFC, che milita nel campionato Midlands 1 East: il messaggio sosteneva che Thomas non godesse della fiducia dell'ambiente inglese e quindi "per risolvere la questione sono richieste dimissioni con effetto immediato da qualsiasi carica esecutiva e non". A quel punto sbuca un finto account: MKTbosworth@btinternet.com dal quale partono altre comunicazioni che mettono in moto la macchina e in una di queste risulterebbero 136 club disposti a chiedere che Thomas venga sollevato dall'incarico passando per un incontro generale. A distanza di tempo, dal Market Bosworth è partita una diffida al finto account dove veniva ribadita l'assoluta estraneità: "Adotteremo misure legali per ottenere un risarcimento per i danni provocati". Ed è solo allora che la RFU ha cominciato ad investigare sull'accaduto, partendo dalla discrepanza degli account utilizzati. 
"Mi auguro che l'ufficio legale della Union esamini l'intera questione il più presto possibile in modo che la verità venga accertata", era l'invito contenuto in un'altra mail, vera, spedita da uno dei consiglieri preoccupato dalla confusione generata da messaggi veri e finti.