Giorgia Meloni si candida a sindaco di Roma. Bertolaso: “Non mi ritiro”

Creato il 16 marzo 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Scontro aperto nel centrodestra sul candidato sindaco da presentare a Roma. Mentre Giorgia Meloni stamane ha ufficializzato la sua candidatura, Bertolaso ha confermato la sua volontà di non ritirarsi. Se da una parte, inoltre, Matteo Salvini, appoggia la presidente di Fratelli d’Italia, dall’altra Silvio Berlusconi continua a sostenere Bertolaso, che proprio ai microfoni di “Un giorno da pecora” ha sentenziato: “Non mi ritiro, vado avanti come una ruspa”.

Il presidente FdI, candidata a sindaco di Roma, Giorgia Meloni (ANSA/ ANGELO CARCONI)

Giorgia Meloni si candida a sindaco della Capitale in un tripudio di romanità. Sullo sfondo del Pantheon, la presidente di Fratelli d’Italia ha ricordato questa mattina che “il simbolo di Roma è una lupa che allatta due gemelli” in risposta a chi ha messo in dubbio la sua capacità di occuparsi dell’amministrazione della città per la sua prossima maternità. Le radici dell’Urbe sono riecheggiate anche nell’appello ai romani: “Mi aiuteranno perchè noi vogliamo restituire loro l’orgoglio di poter dire ‘civis romanus sum’”. Del resto la Meloni, cresciuta nel quartiere popolare della Garbatella, ama spesso ricordare il suo forte legame con Roma e la sua storia, a partire dal suo modello filosofico e culturale, Marco Aurelio. ”Sono convinta - ha detto ancora dell’imperatore la cui statua domina la piazza del Campidoglio - che chi legge Marco Aurelio diventi una persona migliore. E che se gli uomini conoscessero il suo pensiero, vivremmo in un mondo migliore”.

Il Campidoglio diventa quindi sfondo e agorà per lo scontro tutto politico tra i tre leader del centrodestra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La presidente di Fdi annuncia ufficialmente la sua candidatura, nonostante il Cavaliere le avesse chiesto di non scendere in pista, aiutata invece dal sostegno del segretario della Lega. Un braccio di ferro che ha come oggetto la candidatura a sindaco di Roma, ma in cui è facile leggere l’ipoteca da mettere sulla leadership del centrodestra per i prossimi anni e per le prossime elezioni politiche, seppure non alle viste. “Dopo attenta e ragionata riflessione ho deciso di correre per la carica di sindaco di Roma”. L’annuncio di Giorgia Meloni a simpatizzanti e giornalisti arriva pochi minuti dopo il mezzogiorno nella romanissima piazza del Pantheon. La decisione di candidarsi “è una scelta d’amore”: “bisogna tornare all’orgoglio di essere romani, bisogna alzare la testa” spiega ai suoi sostenitori e alle telecamere. E rispetto alle polemiche degli ultimi giorni è tranchant perchè, spiega, “nessun uomo deve dire a una donna cosa deve fare”. Poi chiarisce che non le interessa la battaglia per la leadership nel centrodestra, ritiene Bertolaso incapace di scaldare il cuore degli italiani ma gli chiede di unirsi a lei per “dare una mano”.

L’obiettivo infatti è “unire, non dividere”. “Voglio fare un appello a Berlusconi e Salvini. Io corro per vincere”. Ma al momento le strade di Fi e Lega non sembrano conciliabili. “Sosterrò Giorgia Meloni”, aveva anticipato di prima mattina Salvini. “Credo che il centrodestra sarà unito, se non al primo, al secondo turno”. “I leghisti di Roma sono tutti ex fascisti, e hanno liti tra loro che sbocciano tutti i giorni” aveva tuonato al mattino Silvio Berlusconi. Che aveva anticipato il suo giudizio sulla candidatura di Giorgia Meloni: “sono vecchio e ormai con l’esperienza so benissimo che le donne fanno sempre quello che dicono loro”. Quanto a Forza Italia, sosterrà Guido Bertolaso: “non c’è alcune arretramento”, anzi di più “ho la quasi certezza che Bertolaso vincerà al primo turno con la sua lista civica, cui si affiancherà una lista di Forza Italia”. Nessuna replica diretta di Salvini alle parole di Berlusconi, ma una considerazione non indolore: “A me serve capire chi è davvero all’opposizione di Renzi” ha detto il leader del Carroccio, glissando sull’attacco giunto da Berlusconi e chiarendo di non pensare al Cavaliere quando sospetta nostalgie di accordi con Renzi ma di “qualcuno a lui vicino”. (AG)


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