Giorgio Bocca, pilastro del giornalismo italiano

Creato il 28 gennaio 2012 da Mondoinformazione @matteopartenope

Giorgio Bocca, Piccolo elogio a un grande giornalista.

Per leggere Giorgio Bocca valeva la pena comprare l’Espresso. Lo sapevi a priori che i tuoi soldi eran spesi bene. Ovviamente tanto di capello a chi scrive su questo giornale. Mi viene in mente Piero Ignazi, a Massimo Cacciari, e anche a Marco Travaglio, giornalisti che difendono la trincea dell’informazione corretta. Ma leggere Bocca era per molti una consuetudine. Ora che ci ha lasciato a 91 anni perdiamo un pilastro del giornalismo che è riuscito a raccontare un secolo di storia.

Guardava il mondo con un pessimismo calcolato, quadrato; ogni settimana la sua pagina descriveva in modo inquieto e rabbuiato la realtà che ci circonda. Del resto era un osservatore attento, sempre tenace e dedito alla scrittura, probo e decisamente modesto. Il sogno di ogni giornalista è essere un briciolo di Giorgio Bocca.

Morire il giorno di Natale è stata una stravaganza, così come andarsene “in un Italia liberata: da Berlusconi capo del governo, e dalla prospettiva di vederlo al Quirinale.”

Bocca si dichiarava un antitaliano convinto, per le troppe falle delle istituzioni italiane, inguaiate da corruzione e interessi. Quasi come la canzone di Gaber, non si sentiva Italiano, ma per fortuna ( non purtroppo) lo era. Ed è sempre stato presente come un mastino contro il potere, ad accusarlo e a togliere, per quanto poteva, il salame dagli occhi agli italiani.

Con la sua morte ci rimangono in mano l’amarezza di aver perso un dei più brillanti giornalisti del secolo, e la speranza che qualcuno segua le orme della sua carriera da cronista.


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