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Giorgio : Cetto = Umberto : X. L’equazione Calderoli.

Creato il 02 gennaio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Giorgio : Cetto = Umberto : X. L’equazione Calderoli.Ormai non sappiamo più come definirlo, come aggettivarlo, con quali epiteti colpirlo ancora, con quale rito voodoo farlo sparire dai nostri ragionamenti. L’ex ministro della Semplificazione, con l’hobby delle armi da guerra (specie i cari, vecchi, lanciafiamme), non fa passare un giorno senza uno sproloquio. Memore del passato nei boy-scout padani, Roberto Calderoli ha sempre avuto un’idea molto particolare di “buona azione quotidiana”, scambiandola spesso per un obbligo, altrettanto per una missione. Da quando non è più ministro, Bossi ha deciso che dovesse fare il portavoce della Lega. Maroni è troppo morbido, Castelli troppo vittima di crisi di sonno, Speroni troppo impegnato a correre in automobile, Rosi Mauro mentalmente troppo confusa, il Trota troppo giovane e ignorante e Borghezio troppo e basta, per cui la decisione di Umberto di affidargli il ruolo di consumatore finale del pensiero leghista è stata la conseguenza di considerazioni a escludere e non di una scelta di merito. Roberto ha preso la cosa maledettamente sul serio, ha iniziato a studiare un po’ di politica, di storia, di geografia, di astronomia, di cinema e di italiano e si è buttato nella mischia. Il dottor Roberto Calderoli, laureato in medicina con uno sfavillante 110 e lode e specialista in chirurgia maxillo-facciale, si è assunto il compito di rifare anche la faccia della Lega anti-italiana che fu, dopo essere stato uno dei magna-magna principe del berlusconismo in versione pajata. La dichiarazione con la quale ha stigmatizzato il discorso di fine anno del presidente della repubblica, ci fa capire sostanzialmente due cose. La prima è che dovendo rivolgersi a una platea poco avvezza a frequentar cultura, si è dovuto rifugiare in un paragone cinematografico comprensibile a tutti, per cui, invece di citare ad esempio, il dottor Stranamore di kubrickiana memoria (che sarebbe stato un confronto fors’anche più pertinente), ha preferito saccheggiare la sceneggiatura di Qualunquemente dando a Cetto La Qualunque un immeritato ruolo da protagonista nella politica attiva italiana. La seconda è che, purtroppo per lui, fa parte di quella categoria di analfabeti di ritorno che, arrivati a cinquant’anni, scoprono la cultura e lo spettacolo e fagocitano di tutto senza capirci una mazza avendo fatto prima cose tutt’altre. Che il presidente Napolitano abbia contribuito a dare una spallata all’invasione leghista di Roma e dintorni è un dato di fatto, ma che debba essere paragonato, da un Calderoli qualsiasi, alle oche del Campidoglio ci sembra eccessivo se non per quanto riguarda il confronto con i barbari invasori. Erede designato di Obelix, il chirurgo Calderoli si è assunto l’onore di fare dichiarazioni con il bisturi in mano, considerata la difficoltà di reperimento sul mercato del vecchio vetriolo tanto caro alla letteratura gangsteristica americana. Lo abbiamo scritto un paio di giorni fa, quando Cita scende dalla palma sono cazzi per tutti. Ma quello che ci preoccupa di più del discorso di Giorgio Napolitano è il riferimento ai sacrifici di oggi per assicurare un posto al sole ai giovani di domani, considerazione che ha spinto le tre confederazioni sindacali ad assumere una posizione molto critica nei confronti del governo Monti. Ci chiediamo, cioè, se i sacrifici che vengono richiesti oggi agli italiani siano forieri di un roseo avvenire con tanto di chiappe chiare al sole, o se non rappresentino invece un rumor di chiappe tout court. Cercando di essere chiari anche per farci capre dai leghisti, vorremmo sapere come diavolo possa fare una famiglia ad assicurare un avvenire ai figli quando corre il rischio di non poter dargli da mangiare, ai figli. Ci chiediamo dove i destinatari di tanto futuro benessere, possano trovare i soldi per studiare, vestirsi, crescere non a pane e acqua e polenta aromatizzata alle sarde, viaggiare, usare il computer e apprendere le lingue, considerato lo stato in cui versa la scuola pubblica italiana. Ci chiediamo dove i ragazzi di oggi, protagonisti dell’Italia di domani, possano trovare i mezzi per la loro crescita fisica e culturale se i genitori vengono vessati con ogni tipo di balzello, Imu, Iva e accise comprese. Ai 300mila genitori che in questo inizio anno si ritrovano con il posto di lavoro a rischio, è possibile dire che devono smettere di lavorare invece di scendere in piazza armati di forcone, per assicurare un futuro ai figli quando si nega loro il presente? I sindacati hanno già fatto sapere a Monti che non si può, che i conti e i provvedimenti vanno rivisti altrimenti si corre il rischio di un conflitto sociale al calor bianco. Probabilmente è vero che non siamo la Grecia ma neanche una manica di coglioni pronti a dire signorsì al primo professore che capita per cui, il rischio che gli italiani vessati si ribellino una volta per tutte e caccino fuori questa combriccola di paraculi travestiti da politici, c’è tutto e forse anche un po’ di più. Finora di equità si è solo parlato, mentre lo spread continua tranquillamente a crescere e il debito sovrano sta correndo il rischio di diventare imperiale. L’annunciata “fase due”, quella degli investimenti e del rilancio, dovrebbe decollare a giorni, ma i segnali che giungono a chi si è fatto due conti e ha deciso di spendere 400 milioni di euro in meno per festeggiare Natale, sono segnali di guerra e di sangue: le lacrime ce le ha fatte versare tutte Berlusconi, il Silvio di “Ahò, la faccia da mignotta ce l’hai, er fisico pure...nun vedo perché nun dovresti esse all’altezza della situazione” (quizzino cinefilo).

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