Giorgio Napolitano saluta il 2014 confermando la fiducia al Governo Renzi

Creato il 17 dicembre 2014 da Nicola933

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella giornata di ieri ha effettuato lo scambio di auguri di fine anno alla presenza delle alte cariche dello Stato e militari. Il discorso del Presidente è stato piuttosto lungo, durato circa 26 minuti, con il quale ha tenuto a fare i complimenti al Governo Renzi per l'operato svolto fino a questo momento.

In primo luogo Napolitano ha ringraziato i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini per il modo e l'intensità dei lavori svolti fino ad oggi in Parlamento. "Sta per concludersi il 2014, anno non di ordinaria amministrazione, in cui il governo ha operato bene contro l'austerità, mentre "il consenso" ottenuto dal Pd alle elezioni europee del 25 maggio " ha garantito ascolto all'Italia nel concerto europeo, dove abbiamo lavorato per un cambiamento delle politiche dell'Unione e per una sua guida che favorisse la svolta per la crescita". Tuttavia, "le prove che il sistema Italia e la democrazia italiana devono sostenere sono ancora pesanti sul fronte dell'andamento dell'economia, del pil e delle oscillazioni della disoccupazione; segni di inversione della tendenza nel 2015-2016 ci potranno essere se non si affievolisce la linea concordata da governo e Parlamento", queste le parole dichiarate da Giorgio Napolitano.

Poi, un leggero excursus di quello che è stato il 2014, riassumendolo con queste parole: "Il 2014 non si chiude bene dal punto di vista generale dell'economia. Le prove che il sistema Italia e la democrazia italiana devono sostenere sono ancora pesanti sul fronte dell'andamento dell'economia, del pil e delle oscillazioni della disoccupazione, segni di inversione della tendenza nel 2015-2016 ci potranno essere se non si affievolisce la linea concordata da governo e Parlamento. C'è malessere diffuso tra milioni di famiglie impoverite, fra giovani che si vedono senza prospettive, molta sofferenza autentica. C'è tensione, volontà di agire, impulso di protesta, non dico rabbia perché questo lessico non apartiene alle lotti civile di azione operaia dell'Italia".


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