Nella giornata di ieri Giorgio Rocca ha celebrato ufficialmente nella sua Livigno il proprio ritiro dallo sci agonistico. Alla festa d'addio hanno partecipato tanti bambini dello Sci Club dell'Abruzzo ed i fondi raccolti saranno devoluti in beneficenza proprio agli sfortunati terremotati dell'Aquila. Hanno partecipato all'evento anche il campione olimpico Giuliano Razzoli ed Alberto Tomba. Rocca ha così appeso gli sci al chiodo a 34 anni e conclude una carriera brillante per certi versi, ma sfortunata per altri. 'Giorgione' si rivelato negli anni un vero fuoriclasse, capace di restare ai vertici mondiali con continuità e per diversi anni. Già nel 1999 giunse quarto ai Mondiali di Vail, mentre risale al 2003 la prima vittoria in Coppa del Mondo, quando sulla prestigiosa pista di Wengen precedette il giapponese Akira Sasaki. Ai Mondiali vanta tre medaglie di bronzo, due in slalom (2003 e 2005) ed una in combinata (nel 2005, quando ancora si disputavano due manches di Speciale). Rimarranno indelebili nella nostra memoria, inoltre, i 5 successi consecutivi nella stagione 2005-2006, che riaccesero negli italiani la passione per lo sci sopita dai tempi di Alberto Tomba. Quella cavalcata trionfale (cui risale l'ultima delle sue 11 vittorie in Coppa, il 15 gennaio 2006 a Wengen) fruttò all'azzurro la meritata conquista della coppa di specialità davanti al finlandese Kalle Palander. Tuttavia, alla vigilia di Torino 2006, questi trionfi costituirono un'arma a doppio taglio, perché misero una pressione immensa al livignasco. Nell'Olimpiade di casa, infatti, Giorgio subì la delusione più grande, che ne segnò una carriera: dopo circa 20 secondi finì nella neve e fu circondato per alcuni interminabili istanti da un silenzio assordante. L'anno dopo Rocca inseguì nuovi stimoli, sognando la polivalenza: un grave infortunio al ginocchio, tuttavia, smorzò anche questo nuovo sogno. Poi il difficile recupero e negli anni seguenti un lento ma inesorabile declino, anche se con qualche sprazzo luminoso del vero Giorgio (secondo posto a Garmisch lo scorso anno alle spalle di Manfred Moelgg). Nella stagione appena terminata Rocca desiderava tanto conquistare quella medaglia olimpica che sempre gli era sfuggita in passato e nel suo cuore Vancouver avrebbe dovuto cancellare il brutto ricordo di Torino. Tuttavia il destino tiranno lo ha privato anche di questa ultima possibilità ed un infortunio muscolare ha praticamente messo fine alla sua carriera nel mese di gennaio. Ieri il ritiro ufficiale, da campione sensibile che ama il bene e la solidarietà. Ora potrebbe iniziare per lui una nuova carriera da tecnico oppure da commentatore televisivo. Una cosa è certa: le imprese e le gesta di Giorgio Rocca resteranno indelebilmente nella memoria degli appassionati e nella storia dello sci italiano.
Federico Militello