In molti probabilmente ricorderanno la vicenda del giudice Raimondo Mesiano, autore della sentenza civile che obbligherà Silvio Berlusconi a pagare un risarcimento milionario per il lodo Mondadori, inseguito dalle telecamere di “Mattino 5″, programma della prima rete Mediaset, per [di]mostrare la sua eccentricità reo di indossare calzini azzurri e mocassini bianchi. Servizio per il quale Claudio Brachino, direttore responsabile della testata giornalistica del gruppo Mediaset Videonews, era stato sospeso dall’ordine dei giornalisti per 60 giorni.
In quell’occasione «Il Giornale» di famiglia per due giorni conseguitivi dedicò la prima pagina a Mesiano, come mostra l’ immagine sotto riportata, per apportare il suo contributo alla campagna di discredito contro il giudice.
Deve essere poca cosa il risarcimento di 750 milioni di euro, poi ridotti a 560, in confronto alle colpe del giudice Esposito, nonostante a molti probabilmente sfugga che la Cassazione non giudica nel merito ma solo nella forma e dunque tutti i giudizi espressi sul fatto che Berlusconi sapesse o meno non sono fatti che attengono alla valutazione della Cassazione ma dei gradi di giudizio precedenti, vista la campagna mediatica nei suoi confronti.
Dal 3 di agosto ad oggi, in otto giorni, 6 delle prime pagine de «Il Giornale» sono infatti dedicate al magistrato della Corte di Cassazione che ha confermato la sentenza di condanna a 4 anni di reclusione nei confronti di Silvio Berlusconi.
Giornalismo d’inchiesta di altissimo livello grazie al quale si va dalle “cene allegre” alla “doppia vita” passando per “il bugiardo” ed il “metodo Esposito”. Spiegato a cosa serve essere proprietari, anche, di un giornale.