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Giornalismo online – Al lupo al lupo! Sui limiti della democrazia online. Sulla censura in Rete e sui commenti scomparsi dal blog di Beppe Grillo.

Creato il 17 marzo 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

486px-Henry_David_Thoreaudi Rina Brundu. Per una comunità che fa vanto di avere una data dimestichezza con le dinamiche dell’interweb e che vorrebbe sostituire l’attuale sistema di voto con un click sul sito di Grillo, fa davvero-tenero la naivete con cui adesso, alcuni dei membri di quella stessa comunità, gridano allo scandalo perché alcuni commenti di protesta contro i modi autoritari del “garante” sarebbero stati rimossi dal sito. I casi sono due: o il know-how di cui sopra non esiste oppure siamo finalmente entrati nell’era dei 5 minuti di notorietà online per tutti e a tutti i costi. Una sorta di era del talk-show mediatico-digitale inconcludente per intenderci (esattamente come lo era quello televisivo).

Chiunque si sia occupato di scrittura digitale e di scrittura online sa benissimo che l’interazione internautica – specie a livello di blog – vive di regole ben precise. Per forza di cosa l’editore del blog è il responsabile della sua creatura, molto più di quanto non lo sia un direttore di un quotidiano rispetto al giornale che dirige. Il blog è una emanazione della persona che lo gestisce che a sua volta ne è giustamente responsabile penalmente e civilmente. Di più, il blog è una sorta di casa del suo spirito. Ne deriva che il dato angolo virtuale rifletterà le inclinazioni del suo proprietario molto più di mille parole, di mille complimenti o di mille critiche. E ne deriva soprattutto che ogni blog avrà le sue regole. Questo blog, per esempio, ha sempre censurato – senza farsi troppi problemi – qualsiasi commento lesivo della dignità altrui, a qualsiasi livello, senza distinzione tra vip o persone comuni. Perché? Perché io non credo che il dire le cose in maniera anche molto forte, confutare le idee, che è faccenda buona e giusta, faccia equazione con l’insulto alle persone. Perché ho sempre combattutto tutti coloro che si adoperano per gettare fango sugli altri e lo farò sempre.

Dulcis in fundo, perché il mio blog è casa mia e credo di avere tutto il diritto di farlo vivere come meglio mi pare o di invitare chi voglio io. Quel diritto è sacrosanto pure per Beppe Grillo che ci piaccia o no! Il che ci porta anche a dire che un blog – non importa quanto visitato, come è il caso di quello del comico genovese – non potrà mai essere un centro credibile di democrazia in Rete. E chi lo crede dovrebbe cercare di svegliarsi prima che sia troppo tardi. Questo perché il sistema democratico che immaginiamo non è fatto della mia casa con le mie regole, della tua casa con le tue regole, ma è per sua natura un luogo ideale di credo condivisi, un centro di mediazione necessaria tra le necessità di tutti. Come non bastasse, anche un bambino mediamente aggiornato sulle dinamiche che fanno vivere la Rete sa benissimo come il traffico degli articoli scritti sui blog sia diretto da “vigili” molto potenti quali sono gli aggregatori di notizie. Moltissimi di questi aggregatori sono politicamente schierati e daranno visibilità ai pezzi a seconda dell’aderenza del loro contenuto ai loro likings e dislikings di base, in vero stile Don Camillo vs Peppone (i.e. mi aspetto tranquillamente che questo pezzo venga censurato e lo sarà!).

In questo senso, Facebook – che pur non amo,  specialmente quando ad usarlo sono gli autori e gli scrittori di una data qualità intellettuale che dovunque dovrebbero stare tranne su quelle pagine – è sicuramente un modus comunicazionale molto più democratico quando si tratta di “gestire la volontà popolare” tanto per usare un termine desueto, proprio perché ciascuno fa passare sulla sua bacheca ciò che vuole. Quella bacheca sarà dunque vera espressione dell’essenza del suo proprietario e la mostrerà a chi la visita: no way out! Ancora, quella bacheca rivelerà il suo grado di maturità civile che francamente se fa tuttuno con il credere che la democrazia sia cosa uguale ad inserire un libero commento sotto il post di Tizio o di Caio, senza che nessuno lo stralci, qualsiasi sia la boiata che si sia scritta, be’ vuol dire che il percorso umano e intellettuale da compiere è ancora molto lungo.

Gli incerti della Rete: inutile poi gridare al lupo al lupo! Ma soprattutto inutile chiedere a terzi di sottoscrivere: personalmente non lo farei mai!

Featured image Henry David Thoreau autore del saggio Disobbedienza Civile (1849).

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