Giornata del rifugiato

Da Agueci


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Di fronte al dramma umano non si può rimanere indifferenti

Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato 2011. Non è una Giornata qualunque: ci richiama a una più approfondita riflessione, dopo le tragedie di questi ultimi mesi che hanno posto la comunità internazionale di fronte a una triste realtà.

I cambiamenti geopolitici che hanno interessato i Paesi del Nord Africa, soprattutto la Tunisia e la Libia, hanno spinto migliaia di uomini, donne e minori, accompagnati e no, a intraprendere la rischiosa traversata del Mediterraneo che li ha condotti verso i Paesi della sponda opposta, l’Italia in particolare.

Dice un noto proverbio che «La speranza è l’ultima a morire» ma oggi, purtroppo, si muore di speranza: il mare è stato la tomba di tantissimi che erano alla ricerca di un domani migliore. Dal 1990 le persone che non hanno mai visto realizzare il loro sogno sono stati 17.597. Nei primi 5 mesi di quest’anno 1.820 (il bilancio è più triste se si pensa a quanti erano a bordo d’imbarcazioni di cui non si ha conoscenza) sono stati i morti annegati, di cui 1.633 facenti rotta verso l’Italia. Tutti sono partiti con carrette fatiscenti e sovraccariche di carne umana. Sono fuggiti dalla miseria, dalla guerra, da violazioni dei diritti umani e da persecuzioni, in cerca di fortuna, ma la vita per molti si è spezzata troppo presto.

Non sempre, per chi ha la fortuna di toccare terra, trova un’accoglienza come si deve. Molti degli oltre 35mila che in questi mesi sono arrivati in Italia hanno trovato un permesso temporaneo, tanti hanno chiesto lo status di rifugiato o l’asilo politico. Le strutture sono i CARA dove esiste una commissione permanente (a Trapani quella di Salinagrande) che rilascia i permessi, ma vi è un sistema di protezione attraverso piccole strutture che sono gli SPRAR. I servizi dell’asilo si dividono in categorie vulnerabili, vulnerabili-disagio mentale, ordinari. In provincia esistono: una struttura a Castelvetrano per la categoria vulnerabili con quattro posti, uno a Trapani per quella ordinari con quaranta posti e uno a Marsala con quindici posti. Diverse sono, poi, le comunità alloggio per minori: Valderice, Salemi, Marsala…

Non esiste, però, una politica a sostegno dei richiedenti asilo, come non esiste una legge quadro. La loro presenza richiede che si esca dall’indifferenza e che, nonostante il momento attuale sia considerato come un’emergenza, ci si abitui a essa con facilità.

È attuale il monito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Occorre scongiurare il rischio di ogni scivolamento nell’indifferenza, occorre reagire con forza, moralmente e politicamente: oggi, e in concreto, rispetto all’odissea dei profughi africani in Libia, o di quella parte di essi che cerca di raggiungere le coste siciliane come porta della ricca e accogliente Italia».

«La politica, anche quella trapanese, - dicono i responsabili dello Sportello Polifunzionale per gli Immigrati di Trapani - deve rendere concreta l’accoglienza e uscire dallo scaricabarile, facendo partire, ad esempio, la Consulta provinciale per l’immigrazione, e dando risposte concrete alle oltre 15mila presenze in provincia».

SALVATORE AGUECI


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