"Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no..."
Io ho scelto di commemorare questa giornata con un pensiero verso Primo Levi, tornatomi in mente dopo aver letto, qualche giorno fa, una sua lettera inedita pubblicata sul quotidiano La Stampa. Eraindirizzata ad una bambina di 11 anni, Monica Perosino. La bimba chiedeva spiegazioni sul perché nessuno abbia fermato l'orrore e se i tedeschi fossero cattivi. Levi rispose così a Monica:
"Piuttosto che di crudeltà, accuserei i tedeschi di allora di egoismo, di indifferenza, e soprattutto di ignoranza volontaria, perché chi voleva veramente conoscere la verità poteva conoscerla, e farla conoscere, anche senza correre eccessivi rischi".
Chi era Primo levi
Morì suicida l'11 aprile 1982 cadendo dalla tromba delle scale della sua casa a Torino.
Se questo è un uomo
Se questo è un uomo è il romanzo che ha reso celebre Primo Levi. È un'opera memorialistica scritta tra il dicembre 1945 e il gennaio 1947 e rappresenta la testimonianza di quanto vissuto dall'autore nel campo di concentramento di Auschwitz. Leggere questo testo è un'esperienza intensa, che porta alla riflessione e fa sorgere numerose domande. Levi nella sua opera mantiene un approccio razionale, assumendo il suo ruolo di testimone e lasciando al lettore i giudizi. Un libro che parla di una delle pagine più buie dell'uomo e che non può assolutamente non essere letto.
La maggior parte delle persone e dei testimoni dell'olocausto va via via scomparendo. È compito di tutti ricordare quanto accaduto per non dimenticare l'orrore del genocidio nazista, per dare consapevolezza su quali atti disumani sono stati compiuti. Non dimenticare serve al genere umano come monito, per non ripetere atrocità simili.
"A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno inconsapevolmente, che "ogni straniero è nemico". Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora al temine della catena, sta il LAGER."