Enrico Mentana fa partire il Tg de La7 con la notizia del militante del movimento No Tav in Val di Susa, caduto da un traliccio. Luca Abbà si era arrampicato su un palo dell’alta tensione per protesta contro l’allargamento del cantiere di Chiomonte. I suoi compagni accusano le forze dell’ordine e scatenano la protesta che si tramuta in scontri, manifestazioni e presidi di solidarietà.
Qual’è la verità? Il dibattito politico si riaccende e torna a infiammarsi anche la polemica.
Una maledetta mattinata attorno al cantiere della Val di Susa, un ragazzo è rimasto folgorato perché si opponeva all’allargamento del cantiere per la costruzione della linea ferroviara Torino-Lione. Abbà, 37 anni, tra i proprietari dei terreni oggetto dell’esproprio, arrampicato sul traliccio è stato folgorato da una scarica elettrica mentre alcuni agenti stavano cercando di raggiungerlo per convincerlo a scendere . Trasportato in elicottero all’ospedale di Torino, è tuttora ricoverato in coma.
La polizia precisa che “il manifestante, autonomamente arrampicatosi sul traliccio, superava, nell’arrampicata, l’area di sicurezza”. “Personale di polizia, notato il fulmineo movimento”, lo avrebbe invitato a scendere ma poco dopo il giovane è caduto probabilmente colpito da una scossa elettrica.
Tutto il movimento punta ora il dito contro le forze dell’ordine. Polizia e carabinieri, che erano intervenuti per garantire agli operai la possibilità di procedere con i lavori, una volta giunti sul luogo hanno trovato ad attenderli una ventina di manifestanti e tanta rabbia. “La gente che difende i propri diritti fa questa fine” si sfoga un manifestante ai microfoni di “Servizio pubblico” , “è una vittima della provocazione della polizia che l’ha indotto a scendere”, ” se cercavano il morto ci sono quasi riusciti”, “chiediamo un incontro urgente al prefetto di Torino e al governo perché vengano interrotti i lavori”.
Roma, Firenze e Bologna hanno preso di mira i binari della stazioni per ovvia assonanza ma, presidi anche su strade e autostrade. Le tensioni in Val di Susa, esasperate dal grave incidente hanno innescato le immancabili reazioni nel mondo della politica. Dagli storici oppositori della Tav ai convinti sostenitori della stessa, è tutto un coro di solidarietà levato all’indirizzo del giovane militante. Nichi Vendola “L’incidente rappresenta una svolta drammatica nella vicenda No Tav - Paolo Ferrero: “Il ferimento di Luca Abbà, è frutto diretto della sconsiderata azione delle forze dell’ordine. L’esecuzione dell’esproprio di un terreno diventa un’azione militare in cui le regole d’ingaggio dei militari e della polizia sono molto più aggressive di quelle utilizzate in Afghanistan dai militari italiani”. A richiedere un tempestivo stop dei lavori è stato anche il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli: ”Gli espropri vanno immediatamente fermati - ha tagliato corto – si apra un confronto con gli abitanti della Valle sui dati e sui numeri che dimostrano in modo inequivocabile che la Torino-Lione è un progetto senza alcuna utilità sia per l’Italia che per l’Europa”. Di parere contrario Casini:” L’opera va avanti, la Torino-Lione si deve fare”. A chiudere la “giostra”, Beppe Grillo: ”Robe da pazzi! – ha scritto ieri sul suo blog – Un ferito grave, l’accerchiamento della baita con persone dentro. Di nuovo violenze. Uno è caduto da un traliccio ed è grave in ospedale. A chi servono queste cose? Perché io vorrei capire, cosa c’è dietro questo sistema!”.
E dopo le giuste reazioni emotive il rischio è che la faccenda venga strumentalizzata perdendo la necessaria lucidità di analisi per una soluzione di mediazione che porti a risultati soddisfacenti per le parti coinvolte. Al tempo l’ardua sentenza! Auguriamo anche una pronta guarigione a Luca che riesca a vivere ancora per continuare la missione in cui crede, magari in modo meno pericoloso e rischioso.