Domani ricorre la giornata internazionale della donna. E' da tantissimo tempo che viene celebrata perché non si vuole smettere mai di migliorare. Purtroppo ancora oggi troppe donne non riescono ad ottenere gli stessi diritti degli uomini.
Tralasciando il gravissimo problema delle violenze e delle morti, che sta gravando come un macigno sulla coscienza di tutti quei governi che non vogliono mettere mano a leggi per la tutela della donna, voglio soffermarmi sulle disparità che ogni donna nel mondo incontra. L'Unione Europea, il 31 gennaio 2014, ha proposto una serie di emendamenti sulla parità di genere nell'unione. In sintesi ecco cosa dice: Il Parlamento europeo, visti vari articoli che riguardano la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione, la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) la Convenzione delle Nazioni Unite del 1949 per la repressione della tratta di esseri umani, dello sfruttamento della prostituzione la Convenzione delle nazioni Unite del 1979 per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna...
Considerando che già nel 1975 furono approvate leggi in favore della parità di genere, e che alcuni Stati hanno preso provvedimenti legislativi in favore della parità, e che attualmente la disoccupazione ha raggiunto record incredibili, e che oltre ai giovani le donne sono maggiormente colpite. Considerando che le donne nella maggioranza lavorano con contratti a tempo parziale(32,1% le donne, 8,4% gli uomini), e che le donne sono maggiormente colpite dal precariato dove sono più facili i licenziamenti o altre formule di risoluzione del contratto. Considerando che qualora le donne lavorano le stesse ammontare di ore degli uomini lo stipendio percepito è inferiore e, inoltre, le possibilità di avanzamento sono più esigue. Considerando che nella comunità le donne rischiano di beneficiare di una minore tutela sociale e incontrano maggiori difficoltà nel raggiungere l'indipendenza finanziaria. Considerando che sulle donne vige in maggioranza la responsabilità della gestione domestica, (il 78% rispetto al 39% maschile). Considerando che ancora oggi non è stata trovata una soluzione che aiuti a conciliare la vita professionale con quella familiare privata per le donne che, quindi, si vedono costrette a scegliere lavori a tempo parziale vivendo condizioni più disagiate. Considerando che economisti e demografi utilizzano modelli economici e matematici volti ad evidenziare il valore economico della produzione domestica, eseguita nella maggioranza dalle donne, e che il contributo del PIL sarebbe maggiore se si tenesse conto del lavoro non retribuito, evidenziando così la discriminazione del lavoro femminile. Considerando che la cultura tradizionale vede e vuole che le pratiche quotidiane siano svolte dalla donna, contando che il lavoro domestico è essenziale per lo sviluppo ed il mantenimento dello Stato sociale e del modello sociale europeo... Considerando che nei posti di potere, dello stesso Parlamento tre deputati su quattro sono uomini così come nella maggioranza dei centri politici delle varie Nazioni (Germania, Paesi Bassi, Slovenia, Spagna, Finlandia, Norvegia, Svezia, Danimarca, Belgio hanno il 30% di donne contro il 10% di altri Stati). Considerando che, nella Comunità Europea, il lavoro femminile è metà della forza lavoro e che metà dei laureati sono donne... Chiede che tutti gli Stati membri si adoperino affinché le direttive dell'UE sulla parità di trattamento siano corrette. Esorta gli Stati membri a integrare la prospettiva di genere nel quadro della politica, e della vita così che le donne arrivino a godere delle stesse opportunità degli uomini. Se vengono attuate, con un severo impegno e volontà da parte della politica, le leggi sulla parità di genere si può raggiungere un aumento del PIL del 12% pro capite entro il 2030. Invita gli Stati membri a premiare quelle società che raggiungono l'uguaglianza aziendale, creando posti di lavoro per le donne. Invita a promuovere la parità retributiva e pensionistica. Le donne presenti in Europa sono il 52% della popolazione quindi è auspicabile un incremento nel mondo del lavoro a pari diritti, consiglia, inoltre, aiuti e campagne per incoraggiare il mondo femminile verso l'imprenditoria ovviamente mettendo uguali possibilità per l'accesso ai finanziamenti e ai corsi formativi. Nell'ambito delle scienze delle tecnologie invita gli Stati a produrre campagne di informazione e sensibilizzazione per far aumentare la presenza femminile.
Riconoscere, dando un contributo sociale, il lavoro delle donne che si sono dedicate alle cure dei figli o dei familiari non autosufficienti.
Riconoscere il lavoro domestico, oggi non retribuito, per il benessere e la coesione della famiglia, inserendolo nella contabilità nazionale così anche la società capisce l'importanza fondamentale di questo ruolo.
Per poter raggiungere questi obbiettivi è necessario ampliare la rete pubblica di asili nido, scuole materne, servizi ricreativi, centri diurni, residenze per gli anziani, così da migliorare la condizione familiare e dare maggiori opportunità alla donna verso l'esterno.
Esorta tutti gli Stati ad aumentare gli investimenti nei servizi pubblici, nell'istruzione e nella sanità.
Raccomanda di inserire nelle scuole programmi educativi destinati agli adolescenti dai 12 anni in su per combattere lo stereotipo di genere educando ragazze e ragazzi al concetto di uguaglianza eliminando gli stereotipi sociali sessisti, come per esempio quello che afferma che le donne devono prendersi cura dei bambini, degli anziani, della casa mentre l'uomo deve fare carriera. I libri di testo non devono essere veicolo di stereotipi sessisti.
Inoltre la commissione Europea si è anche occupata del problema della violenza sulle donne, sullo sfruttamento sessuale, sulla violenza domestica chiedendo azioni volte a porre fine a queste situazioni. L'Europa desidererebbe che l'anno 2016 diventi l'Anno europeo per la cessazione della violenza contro le donne.
A questo punto mi chiedo ci riusciremo mai? Ho dei grandi dubbi, e voi? Buon Otto Marzo a tutte
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