Giornata mondiale contro l’aids

Creato il 01 dicembre 2011 da Postscriptum

L’Aids, o Sindrome da immunodeficienza acquisita, fu identificata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1981 e si è rapidamente diffusa in tutto il mondo.
Considerata inizialmente soltanto come una patologia limitata agli omosessuali maschi ed ai tossicodipendenti, essa interessa ormai chiunque abbia comportamenti sessuali incauti.

In definitiva quello che è stato osservato fino ad oggi rappresenta la conseguenza del diffondersi con carattere pandemico di un virus, già endemico in alcune aree dell’Africa centrale, che ha trovato nei mutamenti sociali, demografici e comportamentali dell’ultimo ventennio del secolo scorso le condizioni favorevoli per una rapida espansione.

Hanno svolto un ruolo importante nel favorirne la diffusione l’inurbamento di grandi masse di popolazione e l’utilizzo di pratiche sanitarie non sicure nel continente africano, il commercio di sangue e l’uso ingiustificato delle trasfusioni così come il diffondersi della droga e l’elevata promiscuità sessuale nei paesi industrializzati.

L’agente responsabile è un virus ad RNA, denominato HIV (Human Immunodeficiency Virus), di cui si conoscono due varianti: HIV-1 (diffuso in tutto il mondo) e HIV-2 ( presente soprattutto in alcune aree dell’Africa).

Si riproduce mediante trascrizione del suo RNA in DNA per mezzo dell’enzima trascriptasi inversa con successiva integrazione nel genoma dell’ospite (solitamente i linfociti CD4+), in cui persisterà latente sotto forma di provirus; in una seconda fase il virus comincia a replicarsi.

Nelle persone affette da HIV si ha un’ampia gamma di evenienze, dall’infezione asintomatica fino alla grave immunodeficienza con conseguenti infezioni opportunistiche (Pneumocystis jiroveci che origina polmonite, spesso causa del decesso; Toxoplasma gondii che dà infezioni oculari e cerebrali; Candida albicans che si localizza alla bocca, esofago e polmoni; Mycobacterium tubercolosis; Herpesvirus e Cytomegalovirus) e neoplasie (Sarcoma di Kaposi, linfomi non-Hodgkin e altre).

Questi sono i vari stadi:

-Nell’infezione iniziale c’è una riduzione del numero di linfociti CD4+, si avrà la sieroconversione, cioè la produzione di anticorpi anti-HIV, dopo 4-6 settimane dall’infezione. La sieroconversione è necessaria per dimostrare la sieropositività. L’intervalllo di tempo tra la l’infezione e la sieroconversione è detto “periodo-finestra”: la persona risulta sieronegativa, ma può infettare gli altri. I sintomi riscontrati sono febbre, linfoadenopatia, mialgie e artralgie.

-Nell’infezione asintomatica, c’è un ulteriore riduzione dei CD4+, da questa si passa

-all’infezione sintomatica, con linfoadenopatia generalizzata(ingrossamento dei linfonodi) e una più rapida caduta dei CD4+

-Nella fase dell’immunodeficienza avanzata si avrà l’AIDS conclamato, in cui si manifesterà anche la demenza HIV-correlata.

(estratti da Igiene e Medicina Preventiva, di Barbuti, Fara e Giammanco. Monduzzi Editore)

Essenzialmente, quindi l’attacco del virus alle difese immunitarie (i linfociti CD4+) porta l’organismo ad un progressivo deperimento, ad una maggiore suscettibilità alle infezioni e conseguentemente all’inevitabile declino.


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