Giornata n.22

Creato il 31 gennaio 2011 da Gianlucaciucci
La resurrezione dell'Inter, la conferma del Napoli e il knock out della Juve.
 L'Inter salva la pelle contro un Palermo sciupone e rimane aggrappato al treno scudetto, dove la locomotiva Milan macina chilometri e avversari con una voracità che rispecchia quella di Zlatan Ibrahimovic, uomo simbolo e trascinatore. Dicevamo della truppa di Leonardo, che regala un tempo ai rosanero finendo sullo 0-2 prima di venire risvegliati dai nuovi acquisti Pazzini e Kharja. L'ex doriano in particolare dimostra di avere voglia e stoffa superiori, segna due gol belli e si procura il rigore del sorpasso. Dall'altra parte Pastore, che alla vigilia aveva dichiarato di voler "prendere" San Siro, affonda le velleità dei suoi fallendo prima lo 0-3 nel finale di primo tempo e poi facendosi parare il rigore dell'1-3. L'acquisto di Pazzini è un colpo degno del mercato estivo ed è pure un discreto affare, visto che non è costato moltissimo rispetto al salto di qualità che può far fare ad una squadra che ormai da troppo tempo deve affrontare la scarsissima vena del Principe Milito.
 Al secondo posto in classifica resta saldo il Napoli del fenomeno Cavani, che segna la sua terza tripletta stagionale arrivando a quota 17 in campionato, era dai tempi di Careca che un giocatore partenopeo non raggiungeva certe vette (furono 19 nel 1989). Gli uomini di Mazzarri iniziano a sognare, la piazza è entusiasta e il tecnico fa bene a fare da pompiere perché la stagione è ancora lunga e l'esperienza ha già dimostrato che la troppa emotività non aiuta. Oltre alla straordinaria vena realizzativa del giovane uruguaiano, a spingere il Napoli c'è una generale condizione atletica e fisica da fare invidia a quasi tutta la Serie A, sono stati pochissimi infatti gli infortuni sotto al Vesuvio e la squadra corre con grande veemenza, in barba ai supplementari di mercoledì scorso in Coppa Italia. Con l'intensità messa in campo dagli azzurri, la Sampdoria è stata schiantata con un 4-0 che non ammette repliche e che apre scenari preoccupanti per i blucerchiati, che potrebbero pagare a caro prezzo lo smembramento della rosa che l'anno scorso era arrivata a sognare la Champions League.
 Ultimo pensiero alla Juventus, sempre più alla deriva, sconfitta dall'Udinese che non aveva meritato lo svantaggio ma che ha tranquillamente raddrizzato la situazione, portando a casa i tre punti. Risale a paleolitico il periodo in cui a Torino era impossibile passare, sono già tre le sconfitte casalinghe degli uomini di Delneri e verosimilmente la striscia potrà allungarsi. Al di là delle batoste ciò che colpisce è il fatto che non si vede una fine a questa situazione. Si è dimostrata del tutto sbagliata l'idea di Marotta di costruire una squadra basata sul collettivo, un po' perché questo collettivo si è sgretolato inesorabilmente ma pure, e soprattutto, perché il campionato a cui stiamo assistendo ci mostra come siano fondamentali i solisti. Sia che si punti allo scudetto (il Milan di Ibra, l'Inter di Eto'o e ora Pazzini, con riserva il Napoli di Cavani), all'Europa (l'Udinese di Di Natale) o alla salvezza (il Bologna d Di Vaio e il Chievo di Pellissier). Gli allenatori rifiutano come la peste di ammetterlo, ma chi può si attacca ad un totem per lottare in un campionato senza certezze e chi non può si attacca e basta.

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