I giorni di ordinaria laurea sono quei giorni in cui il treno sicuramente arriverà in ritardo. Il treno non arriverà in ritardo perché è il giorno della tua laurea e tu starai lì a maledire gli astri, la fortuna, la congiunzione del tuo segno e chissà quali altre cose; esso arriverà in ritardo perché anche negli altri giorni di ordinaria laurea è sempre arrivato in ritardo. Il ritardo fa parte della tabella di marcia.
Nei giorni di ordinaria laurea c’è spazio per lamentarsi di ogni altro giorno di laurea ordinaria. I mezzi non funzionano, chissà ora come andrà con il lavoro, ma hai provato a fare il dottorato?, sì l’abitudine è dura a morire e chissà quanti eccetera ancora a sorbirci lì con la pazienza propria dell’abitudine.
La laurea ordinaria permette di prendere i mezzi di trasporto ad ogni ora e di lavorare ordinariamente, di ammazzarsi dalla risate ordinariamente e di fare molte altre cose che tanto sarebbe comunque inutile elencare.
Lo pensavo stamattina davanti ai laureati. Beati loro dici, beata la loro famiglia, beata la nonna che è arrivata a vederlo, suo nipote. Non c’è motivo canzonatorio nel guardare i laureati. Tanto fra poco anch’io farò parte di questa schiera del futuro esercito di braccianti del potere. Braccianti ordinari e ordinati. Con la laurea , tra le altre cose, non c’è nulla da perdere, tranne il futuro.
I giorni di ordinaria laurea ci rendono, per un giorno, ordinari protagonisti, processi conclusi della burocrazia che , meno male, non ha più obblighi verso di noi e noi verso di essa. Non più fogli da espletare, non più impiegati a chiedersi della tal matricola. Un timbro ordinario andrà sul tuo foglio ordinario.
Benvenuta nel club, Mary. Cento di questi giorni.