Fiesole
Su l’arce onde mirò Fiesole al basso,
Dov’or s’infiora la città di Silla,
Stagnar livido l’Arno, a lento passo
Richiama i francescani un suon di squilla.
Su le mura, dal rotto etrusco sasso
La lucertola figge la pupilla,
E un bosco di cipressi a i venti lasso
Ulula, e il vespro solitario brilla.
Ma dal clivo lunato a la pianura
Il campanil domina allegro, come
La risorta nel mille itala gente.
O Mino, e nel tuo marmo è la natura
Che de’ fanciulli a le ricciute chiome
Ride, vergine e madre eternamente.
(Giosuè Carducci, “Fiesole” da Rime Nuove)