Giotto e San Francesco

Creato il 21 maggio 2015 da Artesplorando @artesplorando

Benozzo Gozzoli, San Bonaventura
- particolare affreschi di Montefalco

Oggi vi voglio parlare di un grande artista padre della moderna lingua pittorica: Giotto
Quando si parla di Giotto però si rischia di cadere spesso nei cliché più consueti nella storia dell'arte: la famosa O, la pecorella dipinta da bambino e la prospettiva. Vorrei invece provare un racconto della sua arte un po' diverso dal solito, avendo come guida d'eccezione San Francesco!La nostra storia parte da Montefalco, in Umbria, un borgo dell'XI-XII secolo sulle cui mura si trovano ancora le insegne di Federico II, il falco e la doppia aquila.Nell'ex monastero dei francescani diventato oggi museo, è conservato il ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli, perfettamente restaurato, firmato e datato 1452. Riprende con precisione i temi di Assisi, quelli della vita di San Francesco e anche alcune caratteristiche della struttura della decorazione.
Fra gli scranni e gli affreschi, a destra e a sinistra dell'altare, c'è un fregio curiosissimo che raffigura i francescani più famosi alla metà del XV secolo, a 250 anni dalla fondazione dell'ordine: papa Niccolò IV, Jean de Brienne, l'imperatore di Costantinopoli durante il regno latino del Duecento, i frati e i grandi universitari fra i quali il più famoso John Duns Scoto, oxfordiano famoso per aver rovesciato le tesi scolastiche e parigine del domenicano Alberto Magno e del suo allievo Tommaso d'Aquino. Dietro l'altare invece, sopra la porta che immette al convento, ci sono altre tre figure. Non sono francescani, ma come riporta la didascalia, si tratta di Petrarca, Dante e Giotto. Per un francescano della metà del Quattrocento questi tre erano riferimenti così importanti da essere indicati come esempi, o come diremo oggi, dei miti.

Benozzo Gozzoli, Petrarca, Dante Giotto - particolare affreschi di Montefalco

Per capire che tipo di mito rappresentano questi tre personaggi, dobbiamo analizzare una serie di eventi storici.Nel 1190 muore Federico Barbarossa, l'imperatore che dopo aver represso per tutta la vita ogni ipotesi comunale nel mondo, aveva intrapreso l'ultima e più improbabile delle sue imprese, la crociata. Dieci anni prima si erano già verificati due fatti significativi: a Parigi Filippo II Augusto era diventato re con l'ambizione di  trasformare il suo piccolo regno, poco più grande di una provincia, in un vero reame. In quarant'anni ci riuscirà, Parigi era già una città importantissima, con la seconda università del mondo dopo Bologna, specializzata in teologia e tale per aver generato per clonazione Oxford e Cambridge.E lì era andato a studiare il giovane conte Lotario dei Conti di Segna da Anagni, che fra poco diventerà papa Innocenzo III, il rinnovatore politico e teocratico del papato a Roma. E lui per consolidare il suo potere, deve riprendere il controllo di una Chiesa in mando da tempo alla aristocrazia feudale dei vescovi. E per questo di appoggerà a due futuri santi pauperistici che sognerà ognuno come ricostruttore della Chiesa: Domenico di Guzman dalla Spagna e Francesco da Assisi, i quali da nulla formeranno due congregazioni destinate a diventare influentissime!

Giotto, storie di San Francesco - il sogno di Innocenzo

E Giotto ad Assisi rende visibile tutto ciò: in un episodio del meraviglioso ciclo di affreschi, Innocenzo III sogna San Francesco mentre ricostruisce la Chiesa, non per modo di dire ma in senso proprio fisico, mattone per mattone, dove le architetture colorate sono  quelle di un Medioevo in cui c'erano ancora gli intonaci sui muri.Inizia il Duecento. Si stanno per inventare le città, la diplomazia e l'intellettuale, ma questo è un altro viaggio. Un'altra divagazione.
Fonti: Guardar lontano, veder vicino, Philippe Daverio, Rizzoli, Milano, 2014
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