Giovane e bella, Ozon sorprende ancora

Creato il 05 novembre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

5 novembre 2013 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •

Il Commento di Antonio Valerio Spera

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Giovane e bella, Ozon sorprende ancora

Ozon sorprende ancora. Nonostante sia uscito dall’ultimo festival di Cannes a mani vuote, il suo ultimo Giovane e bella verrà ricordato sicuramente come una delle opere più emozionanti, delicate e profonde della kermesse. Annunciato come un possibile film scandalo, Jeune et Jolie (questo il titolo originale) è in realtà il ritratto intimo e delicato di un’adolescenza turbata, insana, amara e complicata. Quella di Isabelle, affascinante ma semplicissima diciassettenne francese che dopo aver scoperto il sesso durante le vacanze estive, inizia una segreta doppia vita: a casa fa normalmente la figlia e la sorella, ma tutti i pomeriggi, con lo pseudonimo di Lea, si prostituisce con uomini di tutte le età, vagando da un albergo ad un altro della città. La cosa nasce per gioco, senza delle evidenti motivazioni: delle fotografie su Internet con il suo numero di cellulare. I clienti non si fanno aspettare e la ragazza dall’aspetto “acqua e sapone” entra in un tunnel da cui non riesce a fuggire.

Ozon firma un film in bilico tra delicatezza e scabrosità e torna ad indagare dopo anni il mondo dell’adolescenza. Avevo già trattato questo tema in precedenza anche se poi ho preferito focalizzarmi su personaggi più maturi – dichiara il regista -, ma avevo voglia di confrontarmi nuovamente con questo argomento. Sinceramente credo che in molto cinema francese e non solo l’adolescenza sia piuttosto idealizzata. Io dell’adolescenza ho un ricordo abbastanza doloroso, per cui volevo affrontare il tema con più distanza.  Ne esce fuori un quadro assolutamente realistico, anche se non mancano alcune invenzioni narrative tipicamente ‘ozoniane’, come sottolinea lo stesso autore: il mio stile è molto impressionista, infatti ho deciso di dividere il racconto nelle quattro stagioni, abbinando ad esse quattro canzoni differenti.


In questa suddivisione quasi “vivaldiana”, Ozon segue Isabelle in tutti i suoi incontri, entra nelle stanze da letto dove la giovane concede il suo corpo e mostra in modo esplicito il sesso. Eppure, in questa sua descrizione non offre troppe spiegazioni, non vuole indagare le cause della scelta di vita della ragazza e soprattutto non ha la presunzione di giudicare: credo che lo spettatore debba crearsi una sua interpretazione personale – precisa il regista di 8 donne e un mistero. Io non voglio dare troppe chiavi di lettura, ma mi piace offrire dei punti di vista differenti, il personaggio di Isabelle nel film è infatti visto attraverso gli occhi del padre, della madre e del fratello.

Nel ruolo della protagonista, la scoperta Marine Vacht, che si mostra senza paura nelle sue nudità e che possiede uno di quei volti che non possono lasciare indifferenti. Di mestiere fa la modella ma Ozon non ha avuto dubbi nello sceglierla: Marine l’ho vista molto realistica nel ritrarre il personaggio. Nei suoi occhi vedevo un mondo, un mistero, ed era quello che cercavo. Ed è proprio sul suo sguardo perso che indugia spesso l’obiettivo del regista. Un aspetto del personaggio che racchiude in sé un’implicita riflessione sull’adolescenza del nuovo millennio e che ha attirato immediatamente l’attrice esordiente: del personaggio ho amato subito i suoi silenzi la distanza con le altre persone – afferma Marine Vacht. Isabelle parla poco, non chiede mai scusa a nessuno, vuole solo vivere la sua età e ciò che prova momento per momento. Ho messo molto di me nel personaggio, volevo sentirmi vicino a lei, capirla.

Vedendo Giovane e bella e apprezzando l’intensa interpretazione della Vacht, il confronto con un’altra giovanissima attrice scoperta da Ozon è d’obbligo. Parliamo di Ludivine Sagnier, protagonista “spregiudicata” di diversi film del regista francese (Gocce d’acqua su pietre roventi, Swimming Pool), ma è lo stesso Ozon a frenare i paragoni: Ludivine e Marine sono molto differenti. Quest’ultima non ha tanta esperienza nel cinema e quando l’ho scelta era solo una modella e per questo era molto libera nell’interpretare il suo personaggio. Sono contento però di essere il suo pigmalione. Nonostante i complimenti del regista e le esaltanti reazioni della critica nei suoi riguardi dopo la presentazione del film a Cannes, Marine tiene a sottolineare: mi considero sempre e comunque una modella. È stata un’esperienza stupenda ma non credo segni per me un passaggio dalla moda al cinema. Di lei comunque continueremo a sentir parlare.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

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