Giovani gay europei a confronto

Da Pianetagay @pianetagay
Alcuni giovani di diverse associazioni lgbt europee hanno trascorso qualche giorno insieme in Spagna, nel settembre scorso, per un progetto di scambio culturale. Abbiamo intervistato Michele Mommi, di Arcigay Perugia, che ha partecipato all’iniziativa.
Let’s integrate us? Che cos’è?

Il progetto “Let’s integrate us” è uno scambio che ha coinvolto 23 giovani provenienti da tre associazioni Lgbt europee. L’idea è nata durante la mia esperienza di Servizio Volontario Europeo (azione 2 del programma “Youth in Action”) presso l’associazione lgbt spagnola COLEGA Almerìa. I 9 mesi trascorsi lì sono stati un’ottima occasione per lavorare e confrontarmi sul tema della lotta per i diritti delle persone omosessuali con altre realtà, quale quella spagnola, e di lavorare in un ambiente multiculturale, data la presenza di altri volontari europei provenienti da altri paesi. Proprio con una mia collega polacca abbiamo pensato, alla fine del mio SVE, di creare dei progetti per consentire anche agli altri giovani membri delle nostre realtà di fare un’esperienza simile, seppur per un periodo più breve.
Quest’occasione ci è stata fornita dall’azione 1.1 dello stesso programma “Youth in action”. Si tratta di “scambi di giovani”, che permettono a uno o più gruppi di di essere accolti da un gruppo di un altro Paese, insieme al quale viene svolto un programma di attività. Nel nostro progetto hanno quindi partecipato giovani di COLEGA Almerìa, del Circolo Provinciale di Perugia Arcigay Arcilesbica OMPHALOS e dell’associazione lgbt polacca KPH (Kampaign against homophobia).
Con questo progetto i partecipanti hanno potuto conoscere la situazione lgbt e degli immigrati che risiedono in Italia, Spagna e Polonia. Più specificatamente, i giovani europei hanno discusso delle attuali politiche migratorie e di non discriminazione del collettivo LGBT, confrontandosi tra di loro, ma anche con il personale politico e tecnico che si occupa di queste tematiche.
Hanno inoltre realizzato differenti attività teatrali, che hanno permesso l’integrazione del gruppo e di identificarsi nella situazione di una persona discriminata ed esclusa a causa della propria provenienza o orientamento sessuale.

Com’era il clima lgbt spagnolo?

In Spagna i partecipanti hanno avuto modo di conoscere una realtà meno stereotipata di quella che si ha da fuori, specialmente in merito alla situazione lgbt. In particolare si sono resi conto di come l’omosessualità in Spagna sia accettata e visibile solo nelle grandi città, mentre ancora nei centri rurali o nelle città più piccole, quali Almeria (con 180 mila abitanti) ancora la situazione è difficile… Tutto ciò può forse aver deluso coloro che si illudevano di poter trovare un paese completamente fuori dagli schemi stereotipati con cui noi lgbt italiani (e lo stesso discorso vale per i polacchi) siamo costretti a convivere. E proprio per questo durante lo scambio abbiamo molto insistito sul fatto che le generalizzazioni sono dei semplificatori a volte troppo estremi della realtà e che bisogna sempre andare in fondo alle questioni.
Rispetto alla realtà italiana la situazione non è comunque comparabile, perchè, a differenza del nostro paese, l’omosessualità non è un tabù e le persone lgbt godono di un supporto legislativo del più alto grado possibile.
Avete incontrato studenti lgbt polacchi. Come raccontano il loro paese?
I ragazzi polacchi raccontano una situazione difficile, di manifestazioni lgbt conclusesi con violenza, di una società ancora immobilizzata dal passato comunista e delle difficoltà nel fare un coming out pubblico. Tutto ciò rende l’attivismo polacco molto più provocante e grintoso rispetto a quello di altri paesi. A livello politico, anche i partiti di sinistra non si mostrano molto aperti alle rivendicazioni del movimento lgbt polacco. Nonostante ciò, mi sono sembrati molto fiduciosi sul fatto che la società e la politica polacca potrebbero cambiare presto su tali temi, forse prima che in Italia, così come, dall’altra parte, pochi anni di democrazia in Spagna, altro paese cattolico come la Polonia, hanno portato all’approvazione di leggi d’avanguardia.
Tra gli scopi del progetto quello di sentirsi più europei. Ma sulla questione lgbt ogni stato va per la sua strada…
Infatti l’obiettivo, raggiunto, dello scambio è stato proprio quello di creare un network per confrontarci sulle nostre esperienze di attivismo e per renderle più innovative e originali. L’essere lgbt ci lega più di altre piccole differenze culturali e un ragazzo nato in Polonia o in Italia deve avere gli stessi diritti in quanto persona omosessuale di quelli di cui si gode in Spagna. Abbiamo molto discusso della necessità che si crei un’Europa dei diritti, nella quale ci sia non solo la libera circolazione delle merci, ma anche quella dei diritti. E con questo scambio la circolazione almeno dell’idea dei diritti che vogliamo e come raggiungerli è stata elevata.
Inutile aggiungere che gli scambi sono stati solo culturali…
Primo obiettivo dello scambio era l’integrazione: tra noi stessi prima di tutto, ma anche con la comunità lgbt e immigrante di Almeria, per le quali si sono organizzati eventi sociali specifici. I partecipanti sono sempre rimasti concentrati nelle attività dello scambio, ma nelle ore di tempo libero c’è stato anche qualcuno che s’è preso la sana libertà di divertirsi sanamente e di integrarsi un po’ più a fondo…

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