Giovani In Parlamento: La riforma della Costituzione

Creato il 02 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Come vivono la politica i giovani in parlamento? Quali decisioni prendono, come interagiscono con i “veterani” della Camera? Sono davvero in grado di portare idee nuove e fresche in uno dei Parlamenti più vecchi d’Europa? Con questa rubrica cercheremo di dare una risposta e queste domande, ponendo questioni su temi caldi e attuali a giovani esponenti delle forze politiche che ci governano.
Una risposta per volta. Una domanda per tutto.

In questi giorni è stato discussa la riforma alla Costituzione. Qual è la vostra linea di pensiero su questo intervento e sulla possibile deriva presidenzialista? Quali sono secondo voi le motivazioni di questa fretta riformatrice? Cosa pensate dell’appello di Rodotà, Zagrebelsky, don Ciotti, Carlassare e Landini alla classe politica, perché essa lasci la possibilità di referendum?

Francesca Bonomo (PD)
Intanto non c’è nessuna deriva presidenzialista. Fino ad oggi non si è ancora entrati a discutere sul merito, ma soltanto sul metodo. Basterebbe guardare i resoconti parlamentari per rendersi conto che è stato alzato un polverone infondato e pretestuoso. Con la modifica dell’art. 138 della Costituzione si è istituito un comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali; dall’altro lato, prevista l’obbligatorietà di sottoposizione a referendum popolare della modifica elaborata. Ribadisco che non è stata violata nessuna norma costituzionale e che la posizione del Partito Democratico, come risulta dal programma elettorale, prevede il mantenimento della Repubblica parlamentare “razionalizzata”. Prima di tutto il superamento del bicameralismo perfetto e il dimezzamento del numero dei parlamentari. E’ essenziale la riforma della legge elettorale, il superamento dell’attuale legge. La posizione maggioritaria del Pd è quella di prevedere un doppio turno alla francese di coalizione e di collegio.

Lara Ricciatti (SeL)
Io, con il mio partito, sostengo fermamente l’appello dei “magnifici cinque”.
La nostra posizione è piuttosto semplice: noi non siamo contro la riforma della Costituzione. E’ evidente che vada fatta una manutenzione (numero di parlamentari che non risponde più alle esigenze attuali del paese; superamento del bicameralismo perfetto, ad esempio).
Ma l’impianto della Carta é tutt’ora straordinariamente vivo e necessario.
Se si consente ad ogni Governo, o maggioranza, di cambiare la Carta, decade il valore di garanzia della Costituzione.
Non voglio alimentare ipotesi maliziose, ma tutta questa fretta riformatrice e il silenzio dei media appaiono quantomeno sospetti.
Mi vengono i brividi a pensare che queste modifiche sono molto vicine, per ispirazione, al documento della banca d’affari statunitense JP Morgan, che accusava le Costituzioni del sud dell’Europa di essere troppo “socialiste”, che tradotto vuol dire che tutelano troppo i cittadini contro i grandi interessi.

Giulia Sarti (M5S)
Siamo stati i primi all’interno del Parlamento a opporci a questa riforma. A luglio la maggioranza avrebbe voluto calendarizzare discussione e voto per i primi di agosto, nel momento di minor attenzione dell’opinione pubblica . Siamo rimasti in Aula con una seduta fiume per più di 2 giorni di fila per chiedere al Governo e alla maggioranza di spostare a settembre le votazioni. Ben venga l’appello da parte di costituzionalisti ed esponenti della società civile, ben vengano le manifestazioni e la mobilitazione dei cittadini. Vi è anzitutto un problema politico: questa maggioranza non è la diretta espressione del voto dei cittadini e la legge elettorale presenta numerosi profili di incostituzionalità. Un Governo dalle “larghe intese” come questo non può quindi arrogarsi il diritto e avere la pretesa di riscrivere le regole per modificare la nostra Costituzione. Le priorità sono decisamente altre in un paese al collasso come il nostro.

La presente rubrica non contiene il punto di vista del deputato Emanuele Prataviera (Lega Nord) a causa di alcuni problemi di trasmissione e ricezione delle domande.
Aspettiamo comunque il suo prezioso contributo per le prossime domande.


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