Giovani Prospettive. Omaggio di parole a Natascia Raffio.

Creato il 01 giugno 2015 da Wsf

Natascia Raffio nasce a Roma il 6 febbraio, durante il carnevale del 1979.
Fin dalla tenera età dimostra una passione per il disegno e la storia dell’arte. Approfondisce gli studi storico artistici ampliandoli anche alla storia del costume. Dopo gli anni dell’università si diplomerà alla scuola internazionale di comics a Roma.
Inizia ad esporre i suoi quadri ancora studentessa (1998) durante la manifestazione L’ARTE TRA LE RIGHE tenutasi all’università di Tor Vergata e proseguirà con esposizioni in Italia e all’estero.Presso la galleria Forum Interart riceverà numerosi riconoscimenti come: Trofeo S.Valentino, Timbro d’autore, coppa Image, Art golden card, premio Picasso e le donne. Ha inoltre partecipato alla biennale d’arte contemporanea Città di Roma “Jubileum 2000″ vincendo il primo premio nella categoria “disegnatori”. Recentemente è stata protagonista insieme a Valentina Zummo e Stella Venturo della fortunata mostra SURREALISME DE FEMMES e SURREALISME DE FEMMES – LE RETOUR a Roma.
Partecipa all’esposizione BROKEN MIRROR-L’IMMAGINE DI SE nella suggestiva cornice della cappella Orsini nel centro storico di Roma a cura di Valeria Arnaldi e Roberto Lucifero.
Da 10 anni lavora anche nel mondo del fumetto e del character design.
Sono stati pubblicati dall’editore Taormina GLAM (di cui è unica autrice) e CIRCUS (scritto a 4 mani con l’artista Silvia Faieta).
Dal 2012 è rappresentata dalla DOROTHY CIRCUS GALLERY. Attualmente vive nella piccola Pordenone.

Qui l’intervista per WSF:

http://wordsocialforum.com/2015/05/05/la-costante-sperimentazione-questa-e-natascia-raffio/

Ampolle di Francesca Dono

Ma vanno empatiche, su su, più in là
le ampolle che ballano come calle, su su a fiore
di labbra a strisciare.-Vertebre , fibre rare di mare-
che pulsanti risalgono d’insieme e forme emille primi
semi cosmici . Vanno ,abitanti per l’aria, varchi d’attesa sottratti
alla massa persino volanti da un secolo ,da enormi bracci di ferro.
Nessun frammento a scalfire,néalcun segmento precario ad intersecare un salto, il tumulto
infinito.Si insegue l’ascesa, là sempre in alto, su ancora su, lallerando la testa, la molle vista sul tetto. Fuori il
deserto, lo scarto,la parte già corta, già nata che muore.Noi,un piccolo attimo,qualche punto riflessonel blu

***

Vivo
questo tempo
inquinato
divorata d’eccesso
affossata
in un prato
ondulante
e declinato in ellisse.
Rivo
sotto il sole
accostato
al paesaggio
e inclinato
verso il dosso.
Rido
divagando
sul narciso
con il naso
tra tacco
calzino
e papavero rosso.

(Afasia)

***

Mi credo cieco dalla nascita,
malfermo fin dai primi passi,
ho chiesto alla morte il preventivo,
aveva gli occhi azzurri e poco altro,
non mi è costato tanto, solo un po’ di vita.
Mi credo stupido fin dall’adolescenza,
timido e impacciato, sguardo di tulipano,
colleziono audiolese, nutrisco i passatempi,
vivo dentro all’infermità di un pensiero,
procaccio emozioni a tinta disunita.
Scambiamoci i colori così mi potrai dire,
parole, imbratteremo d’inchiostro la crisalide,
fino all’epigono dei giorni.

(Luca Gamberini)

***

(vuoto natio) di Carmen Morisi

due mani due braccia
e non arrivo agli occhi azzurro volpe
della mia bambola imbalsamata al girovita
batte il polso batte selvaggio il punto luce
del vuoto natio
due mani due braccia
sono tutta nella mia traccia
mi rido addosso
messa a dimora con una certa dignità
e una parvenza di normalità
un pomeriggio fa

era di pomeriggio
e stavo tutta nella valle
tra il crinale e la rena ero principessa
in una capanna con un tesoro d’oro
sotto la dalia sempre la stessa storia
quel cespuglio parlava
sempre la stessa storia che nasce adesso

( mia maestà – c’è un regno bianco
implori il sole piangi il mare
vesti il vuoto in abito regale
ha le ali oggi la pagina
– quanti passi devo fare
per arrivare al tuo castello
tra il margine e lo schianto il foglio è muro
– un due tre stella )

***

Chiodo fisso.
Vasto peso robusto
e sconnesso
sul concetto di rigido oggetto
mai riscosso.
Scorre nel senso piano
nuvoloso sfondo strozzato
e stropicciato
per rivolta in muda.
Nel livido cielo
racconto
nuda riesumazione
di mitologica fiaba
che si attarda
sgocciola
con goccia lenta
e bigia
oltre confine
nella
sua
narrazione.

(Afasia)

***

di coralli rossi appesi con le perle a suonare come ragnatele
le mani tue aperte sulla schiena come la protezione dai venti
i pugnetti stropicciano gli intenti-persi

piccola mia, soffriremo la fame in questa notte appuntita
lambiccati come lingue schiantate – insensibili a ciò che ci balla attorno

i passi risuonano come tamburelli
ed il respiro chiude la bocca
alle marionette carnali – degli addii

(Antonella Taravella)


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