Opera prima, che coglie la generazione beat prima che quest’ultima divenga un movimento. Tuttavia “coglie” non è il verbo adatto.
Columbia University, 1944. Allen Ginsberg entra all’università con una borsa di studio e qui conosce Lucien Carr, giovane benestante dalle particolari amicizie. Colpito dal pensiero rivoluzionario di Allen, Lucien conduce quest’ultimo nel cuore oscuro di Manhattan, dove conoscerà (nell’appartamento di David Kammerer, bidello col talento della scrittura) William Burroughs e Jack Kerouac.
Chiunque abbia visto On the Road di Salles non ne è rimasto piacevolmente colpito. Piatta e convenzionale, la pellicola del regista brasiliano, presentata a Cannes 65, aveva provato a riordinare le idee e costruire una storia lineare proprio laddove una vicenda chiara (dal punto di vista narrativo) non esisteva. Kerouac con il suo “romanzo” aveva infranto gli schemi prestabiliti. Aveva “ucciso i propri cari” e aperto la strada alla beat generation. Questa rivoluzione Salles non l’ha colta o, più probabilmente, l’ha fatta propria e l’ha appiattita in una costruzione cinematografica semplicistica, rendendo On the Road un errante viaggio mainstream, nel quale droghe, party e alcool sono i reali protagonisti, sacrificandone la creatività e l’anticonvenzionalità degli anni cinquanta e dei suoi “eroi”.
A cosa serve questa introduzione? A collocare Giovani Ribelli – Kill your Darlings (opera prima del regista John Krokidas) nel medesimo status di genere. Difatti la pellicola è figlia della convenzionalità registica e narrativa, della quale ha abusato Salles. Krokidas si sposta alla fine della Seconda Guerra Mondiale e ci mostra il giovane Ginsberg (figlio di un poeta e di una madre affetta da disturbi mentali) e i suoi compagni di merende Lucien Carr, William Burroughs e Jack Kerouac, immersi in un noir d’altri tempi, scandito ritmicamente dal jazz e da viaggi lisergici in opprimenti camere universitarie. La storia è vera (e tratta dal libro E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche, inedito per 60 anni), ma si rivela un mero pretesto per fotografare i fondatori del movimento beat in età adolescenziale, attraversati da una viscerale volontà di cambiare il mondo.
Eccessivamente legato a doppio filo a L’attimo fuggente di Peter Weir (sono tutti “figli” di Whitman), Giovani ribelli – Kill your Darlings non riesce a restituire lo spirito di rottura della fine degli anni 40, nei quali squarciare gli schemi prestabiliti (e abilmente preconfezionati) era il pane della vita. Il prodotto di Krokidas procede a singhiozzo tra imperante omosessualità, superficiale creatività e banalità narrativa, faticando nella costruzione caratteriale dei protagonisti, giovani rivoluzionari che inseguono una “nuova visione”.
Uscita al cinema: 17 ottobre 2013
Voto: **
Leggi la recensione anche su Persinsala.it
http://www.persinsala.it/web/anteprima/recensione-giovani-ribelli-1629.html