GIOVANNA: cos'è un nido

Da Contofinoa3
Prima di lasciare le righe a Giovanna, un paio di pensieri miei. Tutto quello che si è mosso a Torino in questi mesi intorno al tema dell'infanzia e dei servizi educativi mi ha lasciato senza parole e mi ha dato modo di riflettere. Onestamente, la situazione dei lavoratori tutti, in questo momento storico, non è rasserenante; e penso, lasciate che lo dica, alle famiglie monoreddito con cassa integrazione tra le mura domestiche. Penso agli anni dell'asilo nido; penso anche alla fatica, emotiva e fisica, nel riprendere obbligatoriamente il lavoro (sottolineo obbligo) delegando i miei figli, piccoli, ad altri. E penso a quanto ho imparato dalle educatrici e dalle maestre che ci hanno circondato e ancora oggi ci sostengono e aiutano; ribadisco, come ho più volte scritto, che siamo stati coccolati ed educati oltre quanto chiesto "da contratto". Ora, mi rendo conto che se la coperta è corta, tirando, qualcosa prima o poi resta scoperto... Mi avvilisce, però, notare che la forma, alla fine, conta ancora più della sostanza. Non so se essere di sinistra è un fatto etico e profondo, se è una etichetta...  Per me è questo e altro; sta il fatto che educare è "banalmente" importante. Non giudico in anticipo il futuro operare, in situazioni che, alla fine conosco poco e solo come utente. Giudico però la scelta delle priorità e giudico a chi si è scelto di far pagare i compromessi accettati.

foto Loretta Campomaggi


Vi lascio alle parole (poche) di Giovanna che di cose da dire ne ha tante...
Pochi minuti fa è stata approvata in Consiglio Comunale la delibera che da settembre darà in concessione al privato 9 nidi della città.. A novembre sarà vent’anni che lavoro come educatrice nei nidi torinesi, e ne vado fiera.  Lavorare per un sistema educativo che è sempre stato preso d’esempio da molte città italiane e non, mi ha sempre riempita d’orgoglio.  Lavorare per un bene pubblico quali sono i nostri bambini, il futuro, mi ha sempre ripagato della fatica e delle incertezze della vita. Il nido è un luogo sicuro, fatto di relazioni, di benessere che passa attraverso gli educatori, attraversa le famiglie e si riversa sul bambino.  Essere educatore oggi, come ho già avuto occasione di dire, non è facile. le famiglie sono cambiate, bisogna formarsi in continuazione, creare alleanze educative.  Ma occuparsi di educazione oggi è importantissimo.  Quello che diamo in termini di accoglienza, inclusione, sostegno, accompagnamento, è un investimento che va oltre ogni crisi e ogni dove. Ormai non ci sono più parole per descrivere le nostre preoccupazioni, dobbiamo solo più sostenere un nuovo modello che non lasci indietro nessuno, che continui ad investire in “buona educazione”: dobbiamo entrare in un’ottica diversa sperando che chi arriverà dopo di noi non butti via ciò che molti educatori e professionisti hanno cercato di costruire con amore e dedizione..

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