Giovanni Boine

Creato il 29 settembre 2015 da Signoradeifiltriblog @signoradeifiltr


Giovanni BOINE
(1887-19
17)
Questi ulivi arrampicati al monte, che il vento affatica soffiando dal mare, mi somigliano molto.
Io sono forte, come questi ulivi della mia terra. Ma qualcosa si è rotto dentro, lo so. Non ho scampo. La vita breve che ho vissuto m'è costata cara; e la sto pagando con la sola cosa che ho: la giovinezza.
Non si direbbe a vedermi, vero? Forte, alto, - mi dicono - e con gli occhi dolci, e duri allo stesso tempo. I miei occhi dolci!Mi permettono di esistere ancora, i miei occhi!
Per me, adesso, vivere vuol dire guardare il mio bel mare di Liguria; dall'alto di questa collina; e bagnarmi il viso col vento che spira dalle sua acque chiare. Dolce brezza che mi tiene sveglio e vivente... ancora...
Morire a trent'anni!
Perché?
Che male ho fatto?
O esiste un disegno più grande di noi, cui dobbiamo la fede...o esiste il nulla... il nulla... e nulla più... Morire... e non ho che trent'anni...

La mia fede la getto alle ortiche, come suol dirsi... ma voglio... voglio gridare gridare gridare... gridare ancora, fino a che mi è concesso di farlo... gridare senza stancarmi al cielo infinito... anche se so che è inutile...
Morirò, lo so, e lo sento più forte nelle mie notti insonni... notti di pensieri, a volte di lacrime... quasi sempre notti permeate da un incubo ricorrente: la mia piccola morte.
Di me, lascio poco, molto poco: " i frammenti", i "frantumi, che m'hanno accompagnato passo passo, in questi brevi anni, per le colline della mia terra, che dal mare s'arrampica al cielo.
" Torbido nell'agonia, è il mio corpo, enorme...", scrivevo. E ancora: "... quando ti stringo la mano e tu ripigli sicuro il discorso di ieri, non so qual riverbero giallo di ambigua impostura colori di dentro l'atto di me che t'ascolto. Fingo d'essere con te e non ho cuore a dirti d'un tratto: "Non so chi tu sia !". Amico, in verità, non so chi tu sia. E come tu vuoi ch'io rinsaldi l'oggi all'ieri labbra d'abisso, ferita divaricata dell'infinito?
Sentivo già la fine?
Tento spesso di non pensarci, ma la cosa mi torna martellante.
"... giungono a volte le lente sere della malinconia,
che vado zitto per l'ombre, e tutto è scord
ato...".
Sono attimi di tregua mentale, ché, tosto, ritorna il pensiero della morte...

E per "Plausi e botte", non me ne vogliano quelli delle "botte", quelli che sono stati da me bastonati; ho cercato di colloquiare con loro, perché seguendo i miei consigli, diventassero scrittori veri, poeti veri. Gli altri, quelli dei "plausi", abbiano nella vita, la fortuna che ... io non ho.
Per me, vedo solo il buio, davanti.
Le altre modeste opere da"Il peccato" a "la ferita non chiusa" siano solo per un mio ricordo, agli amici.

Scrissi un giorno: "... quando la sera mi corico, è così placida l'ombra e così buono il sonno! Ma ora, com'è ora? Com'è ora? Ne buio un gemito gonfia, con freddi e brividi; non so com'è: nel nulla nero, un gemito!" Lo scrissi un giorno - sembra tanto lontano - ma è oggi, o è già domani, è il destino, che mi precede e mi segue. Come vorrei tornare bambino, quando - ricordo - mi lasciavo baciare dal sole, disteso per terra, lassù, sulle colline dov'era la casa del nonno! Le donne parlavano e correvano per casa, affaccendate, e fuori i fichi bianchi e neri seccavano al sole. Il mare, di sotto, in lontananza, emetteva il richiamo d'amore che m'addolciva il cuore.
Come vorrei tornare bambino... quando ancora la sorte segnata non m'era conosciuta, e godevo la gioia di vivere... e sognare... Oggi non più.
E tu, caro Mario Novaro, ricordati quanto t'ho chiesto e tu m'hai promesso. Lascia per istante la tua "Riviera Ligure". La Riviera Ligure! Che bella rivista letteraria abbiamo fatto e cresciuta, come una figlia comune, io e te, insieme! Io, te e i cento poeti e i cento scrittori e i cento amici! Lasciala dunque per un attimo, e aiutami! Aiutami! E ricorda soprattutto quell'angolo di cimitero che t'ho indicato - dove voglio posare. Stammi vicino e sorridimi.
Ancora per un poco...
marcello de santis