Giovanni Durante: “Cambiamo Forcella. Lo dobbiamo ad Annalisa!”

Creato il 07 marzo 2014 da Tipitosti @cinziaficco1

“Per sei anni sono rimasto chiuso in casa a ricordare il mio angelo e a chiedermi perché fosse successo proprio a noi. Alcune volte provavo rabbia, altre volte solo una grande tristezza. Non volevo più vivere, ma dovevo mantenermi forte e allontanare i cattivi pensieri dalla mia testa. Dovevo farlo per mia moglie e l’altra mia figlia. Oggi i segni di quella frattura resistono, ma ho deciso di essere una persona nuova”.

Racconta così la sua storia Giovanni Durante, 57 anni, napoletano, che il 27 marzo di dieci anni fa perse sua figlia, Annalisa, quattordicenne, vittima innocente della camorra. L’ammazzarono a Forcella, zona del centro storico di Napoli – ex regno della famiglia Giuliano, che oggi si sforza di essere diversa grazie alla determinazione di Giovanni.

“Per tanto tempo – dice – ho pressato le istituzioni perché mi permettessero di recuperare l’ex Supercinema abbandonato e trasformarlo in quello che oggi è il Centro delle Opportunità di Piazza Forcella. Non è stato semplice. E non parlo solo della burocrazia. Il dolore aveva scavato troppo nella mia anima”.

Cos’è che le ha dato la forza per ricominciare?

Stavo perdendo mia moglie. Ogni giorno non facevamo altro che piangere, cercare un senso a quello che ci era capitato. Eravamo disperati e ossessionati dal ricordo di quel tragico evento. Un giorno dissi a me stesso che dovevo reagire, riprendere a lottare. Non volevo sfasciare quello che rimaneva della mia famiglia. Così ricominciai ad uscire e a incontrare persone con l’aiuto dell’altra mia figlia e di mio genero. In una di quelle passeggiate  pensai di dovere fare qualcosa perché Forcella cambiasse. Lo dovevo a mia figlia.

C’è stato un episodio particolare che l’ha scossa più di tutti e ha acceso di nuovo la speranza?

Sì, un giorno sentii l’omelia di padre Luigi Merola che ad un tratto cominciò ad alzare la voce, parlare in modo duro contro l’indifferenza, l’omertà del quartiere. Furono sassi quelle parole! Qualcosa da quel giorno cominciò a muoversi. Finalmente qualcuno dalla mia parte e questo era importante per ripartire. Quattro anni fa ho dato vita al Centro delle opportunità, che è diventato un faro per Forcella. Ho cominciato ad animare la struttura con rappresentazioni teatrali, che hanno attirato tanti bambini. Poi ho pensato di aiutare le famiglie più povere, mettendo a disposizione libri scolastici. Infine, ho avuto l’idea di una mostra fotografica permanente, dedicata alla Napoli antica. Ho cominciato con duecentocinquanta fotografie, oggi ne ho tremila, che mi arrivano da tutto il mondo. La più antica è degli inizi dell’800. E non le dico quanti turisti attira questo progetto! Americani, francesi, cinesi e tanti italiani vengono soprattutto per vedere queste immagini, che raffigurano nella maggior parte dei casi mestieri antichissimi. Sono orgoglioso di quanto ho fatto. E ringrazio i tanti volontari che lavorano con me.

Il resto della sua famiglia?

Anche mia moglie è tornata a vivere. La sua nuova luce è mia nipote, la bambina che ha avuto mia figlia. E che abbiamo chiamato Annalisa. Il dolore resta, ma non ci siamo fatti schiacciare dalla disperazione.

Come vede il futuro?

Ho due sogni. Uno è ingrandire il centro con libri e altre foto. Dobbiamo recuperare famiglie, ragazzi che hanno detto no alla camorra. L’altro, quello più grande, è conoscere le sette persone che oggi sono vive con gli organi di Annalisa. So solo che il cuore è a Roma. Per legge non dovrei sapere chi sono. Ma io sono napoletano e vuliss abbraccia’ sti sett’ figli shparsi pe’ l’Italia. Vivo di questa speranza ogni giorno.

                                                                                                                                                                                                                                                                           Cinzia Ficco

Ps L’indirizzo a cui inviare foto antiche di Napoli e libri per bambini è questo: Associazione Annalisa Durante, Via Vicaria 23 – Napoli- Cap  80138


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