Giovanni Falcone

Creato il 23 maggio 2011 da Yourpluscommunication

Le parole esistono perché hanno diversi significati e per questo vanno pesate. Adattate come con le taglie dei “capi” alle persone giuste. E, in fatto di onore, il giusto non è di certo il mafioso. Non è di certo chi uccide, chi costringe a pagare il pizzo, chi commercia droga, chi, in sostanza, vende e compra anime in nome di un antistato che distrugge vite, famiglie, sogni, ricordi. Bisogna quindi usare i giusti termini quando si parla alla gente della gente. Mia nonna prima di pronunciare il nome di Giovanni Falcone avrebbe sicuramente consigliato di “sciacquarini a v’ucca”. Già, sciacquarci bene la bocca, pulirla di ciò che gente disonorata si è appropriata…in tutti i sensi.

Giovanni Falcone è uomo d’onore, si. Uomo d’onore perché uomo di giustizia e giusto. Perché con l’onore di chi può sempre camminare a testa alta ha combattuto una battaglia vincendo. Vincendo al costo della sua stessa vita. E vincendo, prima di tutto contro la paura di quegli “uomini” che, sotto il falso sorriso e armati fino ai denti, sono così potenti da “pisciarsi addosso” per chi ha il coraggio di dire ciò che sono veramente, ciò che fanno, e non chi sembrano. Uomini d’onore a cui è stata tolta la parola per sempre ma che continuano a parlare, camminare, pensare, lottare. E questo perché prima di morire, di essere ammazzati ingiustamente e vigliaccamente, avevano vinto un’altra battaglia: quella contro la paura ed il silenzio culturale che quei “nenti ammiscati cu nuddu”,(niente mescolati con nessuno) hanno cercato di inculcare bene, per anni, nel popolo. Nel popolo in genere, perché l’omertà, come la mafia, non risiede solo in Sicilia. Non siamo gli unici a ricordare. Lo fa Palermo come Bolzano perché

“Forse tutta l’Italia va diventando Sicilia… A me è venuta una fantasia, leggendo sui giornali gli scandali di quel governo regionale: gli scienziati dicono che la linea della palma, cioè il clima che è propizio alla vegetazione della palma, viene su, verso nord, di cinquecento metri, mi pare, ogni anno… La linea della palma… Io invece dico: la linea del caffè ristretto, del caffè concentrato… E sale come l’ago di mercurio di un termometro, questa linea della palma, del caffè forte, degli scandali: su su per l’Italia, ed è già oltre Roma…” L. Sciascia

E’ facile giocare sporco ma, dal buio non si esce. La verità e la giustizia, pagano di più. Pagano più di mille vite uccise, bruciate nell’acido o fatte bruciare dalla droga…uomini disonorati sparano anche la “parola d’onore” che sanno bene di non avere: né l’una, né l’altro. E lo sa meglio chi, nella disperazione, li ha “provati” con l’usura, con la distruzione o ricevendo“favori” nè “equo” e benché meno “solidali”. Diciannove anni dopo quella strage, forse è giunta l’ora di appropriarci di un loro termine parlando di Falcone e cioè, “pisciata di cane”. Una pisciata di cane, nel gergo mafioso, delimita il territorio (come lo stesso Falcone aveva scoperto dopo un interrogatorio). E allora, Giovanni Falcone è una pisciata di cane perché è cosa nostra, è figlio dell’Italia giusta e non di quell’italietta forte con i deboli. Averlo ucciso significa aver ammesso che la giustizia ha fatto paura, significa aver ammesso che la giustizia ha varcato il territorio mafioso scoprendone le carte, e questo, è un dato che rimane a Palermo, e nel mondo.

Gli uomini d’onore non dimenticano. Per questo, oggi, non dimentichiamo Giovanni. Per questo oggi delimitiamo il confine, ri-marchiamo il territorio, confiniamo il bene qui, ora e sempre.

Nessuna bomba sarà mai così forte da poter zittire, oggi come diciannove anni fa, la bocca di milioni e milioni di persone.
Passeremo tutti su quella autostrada, ma le vostre bombe finiranno prima delle nostre auto.

«ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre….» L.Sciascia

Marina Angelo e l’intero staff Notte Criminale


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