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Giovanni Franzoni a Udine, una vita ai margini della Chiesa

Creato il 29 novembre 2014 da Gaetano61
 
Giovanni Franzoni, classe 1928, teologo, abate della basilica di San Paolo fuori le mura a Roma dal 1964 al 1973, delegato al Concilio Vaticano II, fondatore della comunità cristiana di base di via Ostiense sempre a Roma, una lettura del Vangelo inserita nelle contraddizioni di una società che emargina i più deboli, contro il Concordato tra Stato e Chiesa per una Chiesa che non si confonda con il potere, a favore dell'introduzione del divorzio nell'ordinamento italiano, fortemente critico sulla gestione della banca vaticana (Ior), in dialogo con il marxismo, pubblicamente a fianco del Pci nelle elezioni politiche del 1976, prima sospeso "a divinis" e poi "ridotto allo stato laicale" nel 1976, vale a dire, escluso dall'esercizio dei ministeri propri del clero, ebbene Giovanni Franzoni è stato ospite ieri sera del Centro di Accoglienza Balducci di Zugliano (Udine), introdotto da don Pierluigi Di Piazza, un'occasione anche per presentare il suo ultimo libro: "Autobiografia di un cattolico marginale", (Rubbettino, 2014). 
Franzoni è l'emblema di una Chiesa che ha colpito con l'esclusione le persone che hanno espresso una linea non combaciante con quella prevalente nella gerarchia. Gli anni non hanno scalfito la sua energia e anche la vivacità nell'esprimere le sue opinioni sulla Chiesa e sul mondo. Franzoni si confrontò soprattutto con la Chiesa di Paolo VI: di questo papa, l'ex abate di San Paolo ha riconosciuto le doti intellettuali ma anche il suo ruolo di freno nelle conclusioni del Concilio che ereditò da Giovanni XXIII. In particolare, non vennero affrontate le due questioni basilari dell'uso degli anticoncezionali e del celibato dei preti. Del lungo pontificato di Karol Wojtyla, Franzoni ha ricordato i 72 teologi tacitati a causa delle loro opinioni ritenute non "ortodosse". L'attuale pontefice, Francesco, può riportare, secondo Franzoni, ad una più genuina applicazione della lettera e dello spirito del Concilio. Un domanda proveniente del pubblico sulla naturale tendenza di un credo religioso di trasformarsi in dogmatismo e quindi, in certi casi, anche in violenza, Giovanni Franzoni ha risposto, facendo alcuni esempi, che il dogmatismo non è proprio della Sacra Scrittura, ma delle interpretazioni che se ne fanno.

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