In questo romanzo, “La marea umana”, c’è un mistero. Diversi misteri, anzi. Il primo è «l’amicizia, come essa si determini, come si sviluppi, come muoia e persino rinasca». L’amico perduto e ritrovato si chiamava Azio, ai tempi remoti della scuola: un nome da antico romano. Ora però che se n’è andato dall’Italia e ha scelto l’Indonesia, il suo nome è Aki. Il narratore lo ritrova per caso – prima a Roma poi su un ramo del lago di Como – irretito da un eterno femminino dai mille volti, dai mille nomi. Da quei nomi, da quei volti fissati su vecchie foto, si produce una «resurrezione» del passato, non necessariamente gradita. Ecco, il passato. Che cosa esso davvero sia, e cosa il presente, è il secondo mistero. Conversando con Aki – «pensieri-mormorii», infrasuoni atonali, quasi impercettibili – crediamo di intravedere una diversa concezione del tempo, e dell’esistenza. Ma resta un mistero, quello decisivo: perché Azio è divenuto Aki? Perché ha lasciato l’Italia? È un «esilio» il suo? E, se sì, da cosa? Riaffiorano storie sepolte, guerre lontane: le ombre di due amici – Eugenio Colorni e Guido Piovene – a loro volta divisi e, forse, ritrovati.
Franco Cordelli è nato a Roma nel 1943 ed è uno scrittore, saggista, giornalista e critico teatrale del Corriere della Sera. I suoi precedenti romanzi pubblicati da Rizzoli sono “Il Duca di Mantova” (2004) e la riscrittura di “Procida” suo romanzo d’esordio del 1973. In uscita, per Bur, la riedizione del suo secondo romanzo, “Le forze in campo”.
Le recensioni:
dal “Corriere della Sera” del 22 settembre 2010 la recensione di Paolo Di Stefano
http://guidoricciofogliano.files.wordpress.com/2010/09/pages-from-corriere_della_sera2010-09-22_cordelli1.pdf
dalla “Stampa” del 2 ottobre 2010 la recensione di Angelo Guglielmi
http://guidoricciofogliano.files.wordpress.com/2010/09/pages-from-02-10-2010-lastampa_cordelli.pdf