Qualche giorno fa una lettrice, Angela, mi ha detto che stava leggendo un libro e mi sono incuriosita. Ho fatto qualche ricerca e mi sono trovata di fronte a un thriller che ha catturato la mia attenzione e ho deciso di parlarvene. Le recensioni che si trovano in giro sono entusiastiche e la trama e la copertina affascinano in modo inquietante. Sto parlando de I morsi del buio di Karine Giebel, noirista francese molto apprezzata in patria e con numerose pubblicazioni all'attivo.
Aprire gli occhi e trovarsi in un luogo sconosciuto, buio, cinto da sbarre. La testa che pulsa, in bocca il sapore metallico del sangue, il vuoto nella mente: dove sono? che ci faccio qui? È l’incubo in cui si risveglia Benoît Lorand, giovane comandante di polizia a Besançon. Ricorda solo di aver aiutato una donna con l’auto in panne, sul ciglio della strada. L’ha accompagnata a casa, ha accettato un bicchiere di vino sperando in qualcosa di più, e dopo… Dopo, Lydia – questo il suo nome – l’ha drogato, trascinato in cantina, chiuso a chiave in quella specie di gabbia per leoni dove adesso si appresta a torturarlo. Lentamente. Ma perché? Follia? Sadismo? Vendetta? Qual è il tremendo crimine per cui Lydia dice di volerlo punire? Mentre Benoît sprofonda sempre più nella violenza della sua carceriera, in città si scatena una disperata corsa contro il tempo per ritrovare il comandante ancora in vita. E intanto le lancette della follia di Lydia corrono sempre più veloci.
“Allora, a che gioco stiamo giocando, Lydia?”“In realtà, sono io che gioco, non noi.”“E a cosa?”“A guardarti morire, comandante.”L'autrice: