Giovedì Rossettiani 2014 #1: Maurizio Cucchi

Creato il 29 marzo 2014 da Candia Piedigrossi @Papers_CandiaP

Programma 2014
"Giovedì Rossettiani"

Ad inaugurare i Giovedì Rossettiani di quest'anno - il ciclo di incontri letterari organizzati dal Centro Europeo di Studi Rossettiani - è stato Maurizio Cucchi, ospite al Palazzo D'Avalos di Vasto il 27 marzo 2014 per raccontare la sua poesia.  Premetto che non sono potuta essere presente, ma colgo l'occasione per ricordarvi della lodevole iniziativa che si tiene ogni anno a Vasto (CH), volta a conoscere le voci della letteratura italiana contemporanea. 
  Cinque incontri, distribuiti nei giovedì che vanno dal 27 marzo al 24 aprile, che hanno luogo presso il Palazzo D'Avalos, alle ore 18:00    Quest'anno, il tema comune è "il genio multiforme" e i prossimi artisti in programma (nessuna donna, ahimè) sono: Cristiano Cavina, Francesco Piccolo, Goffredo Fofi insieme a Massimiliano Virgilio, e Carmine Abate.

Maurizio Cucchi

Chi è Maurizio Cucchi?Poeta, traduttore, scrittore, pubblicista e critico letterario, Maurizio Cucchi è nato a Milano nel 1945.

OperaL'ultima opera di Cucchi è la raccolta di poesie intitolata "Malaspina", un nome ripreso da un laghetto situato nei pressi di Milano. Un luogo come tanti agli occhi degli altri, ma carico di significato per l'autore, in quanto evocativo della sua infanzia: il tempo scorre inesorabile, le persone crescono, la realtà cambia, ma ciò che rimane incontaminato è, non tanto il luogo in sé e per sé, ma il ricordo al quale rimanda. 

   Il tempo è uno dei temi cari a Cucchi, che, per quanto entusiasta di dedicarsi al presente - considerato come punto nel quale il passato confluisce -, valorizza al tempo stesso le proprie radici. La memoria si concretizza attraverso gli oggetti: si fa evidente, quasi tangibile, e ogni particolare che la racchiude si fa portavoce di un determinato sentimento, tra cui la solitudine.
“Solitario”. L’aggettivo non significa solitudine, tendenza a non stare con gli altri. Il contrario. Significa le lunghe passeggiate che il poeta fa nelle strade di Milano, e guardando palazzi, cose e persone, interpreta il tempo che si concentra nelle fattezze e negli stili. Significa convivialità, scoperte, aspirazioni. Il poeta ha l’intuizione di ciò che potrebbe essere. Quel destino che solo illusoriamente si pensa di dominare e indirizzare. E tuttavia il sentimento nuovo, o forse , più intenso, è il desiderio di godere delle occasioni che ogni giorno la vita porta, spesso nell’ordinarietà, ma qualche volta anche nell’imprevisto. (Fonte Corriere della Sera.it)
   Il contatto col mondo circostante è diretto, come a voler sottolineare che il poeta non è distante dalla realtà né poi così diverso dagli altri. La sua è una poesia profondamente umana, una testimonianza dei sentimenti e delle contraddizioni dell'uomo.


Maurizio CucchiMalaspina,Mondadori, 2013, pagg. 92, euro 16Poesie Qui di seguito trovate alcuni versi di Maurizio Cucchi, per darvi un'idea della sua scrittura. Non sapevo avesse scritto un componimento dal titolo "Il bacio della buonanotte" (dedicata alla madre scomparsa), che non posso non riportare:

IL BACIO DELLA BUONANOTTE
Ti ritrovo ogni giorno di più nei miei gesti,  
persino nel battere del tacco sulla strada, nel frenare
del passo, nei lineamenti sempre più vicini, nell'aggrottare
la fronte

Abbassavo lo sguardo su di te, serenamente

assente, e ripetevo: eccomi qua, eccomi qua,  
mi sto specchiando nel tuo sorriso di ragazza,
 e ti dico grazie, grazie

Presto saremo tu e io senza tempo

 risucchiati senza tormenti o gioie, senza
 né corpo né afflizioni, assorbiti in una nube,  in una bolla definitiva d'aria

Per rimanere insieme ancora un po', prima

del risucchio totale che assorbirà anche, con me,
la tua memoria. Quando altro non saremo più
che un vorticare alto nell'aria, ma lento, e sempre
più lento
Tante volte, però, ti dico adesso,
 io ti  ho cercato. E infine sempre meno.
Perché non rispondevi? Perché non rispondevi mai?

Maurizio Cucchi, ritratto di
Giancarlo Zuccarelli

Frammento tratto da 
L'ULTIMO VIAGGIO DI GLENN

Glenn, come lo chiamavo nella mia mente io,

o com'è più dolce e semplice
com'è più vero:
Luigi.
Resti per me una crepa d'affetto
o un lampo intermittente nel cervello.
E anche tu, che non l'hai mai visto,
lo ami.
Tu che hai taciuto, e oggi non taci più,
hai la memoria smangiata come la tua macula:
cerchi e non trovi più
nemmeno la sua voce.

La trovo una poesia fresca, volta ad affrontare dilemmi personali, in quanto tipici di ogni singolo uomo, con concretezza. Il poeta non è distante da noi, è tra noi, a cercare di spogliare i sentimenti per riportarli essenziali e densi in versi immediati.




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